venerdì 9 novembre 2007

Gerard John Schaefer - la putrefazione dell'anima





Gerard John Schaefer, noto agli appassionati di crimine seriale con il nomignolo di The Hangman, rappresenta una delle figure più interessanti, controverse e carismatiche del variegato e vasto mondo dell’omicidio a sfondo sessuale , oltre ad essere stato un valido scrittore di sadici racconti in cui verità, cronaca nera, resoconti rilasciatigli da altri killer e finzione erano mescolati e rielaborati in modo sapiente.
A dire il vero, la vicenda processuale di Schaefer è molto confusa ed ingarbugliata; accusato dapprima dell’omicidio di due ragazzine, si è visto col passare del tempo aumentare i capi di imputazione fino a raggiungere la cifra di 35 vittime equamente disseminate tra USA, Europa ed Africa.
Potenzialmente un nuovo Henry Lee Lucas pronto a confessare ogni delitto commesso nel mondo dalla crocifissione di Gesu’ Cristo fino alla morte di Kennedy , Schaefer è sempre stato pero’ molto deciso nel negare ogni fatto a lui addebitato; ciò che conta è la sua passione e il suo prolungato contatto con assassini, stupratori e maniaci di ogni risma, che ha pazientemente intervistato, incontrato e con cui ha collaborato nella produzione di opere letterarie e grafiche.A quest’ultimo proposito si deve assolutamente notare com Schaefer sia stato il precursore delle round-robin pictures realizzate da serial killer; ovvero disegni collettivi iniziati da un certo assassino il quale, una volta terminata la propria parte, spediva l’opera ad un altro assassino perché la continuasse o eventualmente la terminasse. Da segnalare sue opere collettive con Ottis Toole, Ted Bundy e Gerald Eugene Stano, il noto massacratore di autostoppiste.
Schaefer è stato, fino alla sua morte avvenuta in carcere in seguito ad accoltellamento, una figura di spicco della cultura underground internazionale; editore, assieme a Douglas Reynor, della fanzine Justice Now in cui sono comparsi articoli radicali su Ted Bundy, Terence” Mad Dog “ McKenna, schockanti foto di torture riprese dai campi di concentramento tedeschi ( tra cui i famigerati paralumi in pelle umana di Ilse Koch ), trattazioni su cannibalismo, abuso sessuale e necrofilia , nonché scrittore di Killer Fiction e Beyond Killer Fiction ( accorpati in unico volume sotto il nome di KILLER FICTION, edito da Feral House ) , collaboratore di magazine underground votati all’esaltazione dell’omicidio.
Schaefer ha realizzato delle accurate composizioni grafiche e dei collage, a base di atrocità di ogni genere, che sono stati puntualmente pubblicati su Justice Now e smerciati ad un vasto numero di fan, egualmente attratti dalla sua brutale prosa, dalle composizioni grafiche accurate e vivide in cui viene mostrato ogni eccesso immaginabile da mente umana e da significativi esempi di arte creata da serial killer.
In una lunga intervista pubblicata sul secondo ( ed ultimo ) numero della hate-zine Sewer Cunt, editata dal fumettista underground danese Sverre H. Kristensen ( purtroppo deceduto nel 1997 per un male incurabile ), oltre a comparire pregevoli esempi dell’arte di cui si parlava prima a proposito di Justice Now, faceva bella mostra una lunga, dettagliata e precisa intervista con Schaefer; i punti forti dell’intervista sono indubbiamente il commento che Schaefer fa del libro Knockin on Joe, pubblicato dalla casa editrice inglese Nemesis e curato da Sondra London, in cui compaiono scritti, disegni e varie manifestazioni del pensiero e del modus vivendi di pluriomicidi rinchiusi in carceri della Florida.
Vale la pena di riportare un estratto del pensiero di Schaefer, riguardante i suoi contatti con altri killer seriali e ciò che egli pensa delle loro personalità. Una franca ed oscena lezione di criminologia radicale.
Devo dire che mi trovo perfettamente a mio agio con uomini che si rivelano essere assassini sessuali e stupratori di cadaveri, sul serio. Gli rivolgo delle domande in continuazione e faccio attenzione a cosa mi rispondono. Non mi interessa fornire un giudizio morale, perché credo che sia più conveniente avere una mente aperta; di sicuro puoi imparare molto di più comportandoti in questo modo. Devo sforzarmi di comprendere le radici della sessualità inusuale e a questo proposito noto che i miei contatti, da scrittore, con gente bizzarra o ripugnante mi forniscono stimoli a non f2inire. I miei fan sono interessati a quegli argomenti che siamo soliti definire tabù sociali; ad esempio, ho ricevuto una lettera da un mio fan che aveva letto che gli uomini giustiziati raggiungono l’orgasmo nel momento stesso dell’esecuzione. Voleva sapere se avevo del materiale in proposito e se ritenessi che si trattava di una semplice diceria o di un fatto comprovato. Sai, nonostante tutti i libri di criminologia e di true crime che circolano nel mainstream nessuno di questi ha mai il coraggio di affrontare con sincerità ed onestà intellettuale il cuore del problema. Certo, puoi trovare molti dettagliati resoconti sulla esecuzione per gassazione, per sedia elettrica o per impiccagione ma nessuno di questi metterà mai in luce la relazione che può esserci tra un’esecuzione e certi giochetti erotici praticati dai feticisti, come ad esempio l’asfissia erotica, che in pratica non è altro che raggiungere l’orgasmo mediante strangolamento. La reazione orgasmica è tanto pronunciata nell’uomo come nella donna. Ho appena fatto un’intervista con una prostituta che si è specializzata in asfissia erotica. Si fa chiamare Matron Mary e mi ha scritto con lo ps2eudonimo di Mary P. Davis. Ho risposto alle sue domande, che riguardavano il mio racconto Nigger Jack e le ho chiesto se il suo nome era vero oppure se si trattava di uno pseudonimo legato a Mary Portnoy Davis. Mary Davis era la donna che preparava le ragazze per la forca a Holloway, una lesbica dichiarata che si dice abbia avuto incontri a sfondo sessuale con la modella Ruth Ellis- poche ore prima che la Ellis venisse impiccata da Albert Pierrepoint nel Luglio del 1955. Lei ha ammesso non solo che quello era in effetti uno pseudonimo , ma si è anche dichiarata sorpresa dal fatto che io sapessi chi Mary Portnoy Davis fosse. Sono stato in grado di aprirmi un varco nell’area degli eccessi sessuali ed in particolare dell’asfissia erotica, sai le prostitute che hanno a che fare con feticismi estremi preferiscono tenersi costantemente informate sulle nuove tecniche e sui gusti, assai mutevoli,dei loro clienti e in particolare Matron Mary è stata una fonte inesauribile di informazioni sulle tecniche di esecuzione di donne e uomini mediante impiccagione. Ci sono centinaia di individui, tanto uomini che donne, che finiscono male per colpa di patetici tentativi di autoasfissia erotica, ogni anno. Credo sinceramente che se gli editori avessero il coraggio di pubblicare i sordidi dettagli della morte violenta si potrebbero prevenire molte, moltissime fatalità. Inevitabilmente la gente è attratta da ciò che risulta tabù, quegli stessi tabù che io affronto a testa bassa nei miei lavori di fiction. La mia è una scrittura onesta. Io vi dico in termini chiari e diretti cosa vogliono questi mostri che riposano nella vostra psiche e proprio a causa di ciò, vengo ostracizzato e considerato un pazzo dalle autorità. Sono stato aspramente criticato per aver osato affermare che Danny Rolling, il massacratore di Gainsville, colui il quale ha sventrato, stuprato e seviziato cinque scolarette, dovrebbe essere giustiziato immediatamente. Rolling rappresenta, a mio modo di vedere, una forma di vita sotto-umana che si è ormai trasformata in qualcosa che trascende la possibiiltà di redenzione sociale. Ha confessato pubblicamente, durante le udienze, la sua colpevolezza, non tanto per mostrare una qualche forma di compassione nei confonti delle famiglie delle sue vittime quanto perché tutte le sue dichiarazioni non sono altro che una forma di pubblicità per le sue atroci imprese. Rolling ha passato così tanto tempo a vantarsi dei suoi stupri e dei suoi sventramenti che praticamente ogni detenuto potrebbe essere chiamato a testimoniare. Se lo confronti con Toole ti rendi conto che Toole rappresenta una genuina manifestazione di energia satanica e non farà mai e poi mai delle false o ipocrite dichiarazioni di rimorso. Toole ti dirà, tutto eccitato, che ha personalmente fatto fuori 150 persone, senza mai dichiararsi colpevole in nessun tribunale. Toole, se dimostri un qualche interesse, ti dirà con dovizia di particolari come lavorare i quarti migliori di un ragazzino appena massacrato, e proseguirà con le metodologie di cottura e con la sua particolare predisposizione per un genere di salsa molto piccante ( e, il suo partner, Henry Lee Lucas, aveva una sola motivazione per non partecipareai banchetti cannibali; non gli piacevano le salse piccanti ). L’unico rimpianto di Toole è il non poter essere libero di tornare sulla strada catturare qualche altro succolento bimbetto da scotennare. Dammi retta, Toole non è certo un cry baby serial killer, è uno che prende i suoi omicidi molto sul serio. E’ uno in gamba, non un rifiuto come Rolling. Rolling dovrebbe essere spedito sulla sedia elettrica immediatamente. “
Il rispetto di Schaefer per Toole, oltre che la detenzione comune nello stesso penitenziario, ha fatto nascere un sodalizio artistico-criminale di opere grafiche condivise, i cui concetti venivano elaborati congiuntamente.
Gran parte delle acquisite nozioni sullo strangolamento sono servite a Schaefer per produrre alcuni esempi di vivida arte grafica, in cui donne formose, sottoposte a ogni forma di abuso, vengono strangolate ( producendo tutte le ovvie conseguenze, tra cui defecazione, cambiamento del colorito, la lingua che muta colore in un mortuario viola-blu ).
Non c’è alcun dubbio sul fatto che Gerard Schaefer , indipendentemente dai crimini commessi, sia animato da una vera pulsione di libertinaggio, una pulsione che ruota a 360 gradi, dagli scritti ai disegni, passando per le interviste e la saggistica; un individuo che è riuscito ad analizzare il crimine seriale in una prospettiva totalmente innovativa, come mai nessuno aveva fatto prima di allora.
Non è un caso infatti che la sua opera sia divenuta oggetto di culto nell’intera scena underground internazionale e, al pari di Peter Sotos, Schaefer è stato uno dei pochi individui in grado di saper affrontare con coraggio, onestà intellettuale e vera attitudine lo spinoso argomento dell’omicidio seriale, prescindendo del tutto dalle favolette di Quantico.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Curiose due cose.
La prima trovare Terence Mckeena dentro hate-zine,visto che può essere tranquillamente inserito nel filone post-hippy insieme a Leary.
La seconda è sentir dire che Toole fosse una lucida mente criminale;il più delle volte viene presentato come il compare ritardato di Lucas o giù di lì.
G