domenica 25 novembre 2007

Un Fuoco che non smette di ardere



Uguali al cavaliere che sul destriero si slancia ansante in avanti noi lasciamo cadere le briglie davanti all’infinito , noi uomini moderni, noi semi barbari – e troviamo la nostra felicità solo là dove siamo maggiormente in pericolo.
( F W Nietzsche, Aldilà del bene e del male )
Il severo amonimento di Nietzsche ti sovviene mentre le prime fiamme, crepitanti lingue di fuoco, cominciano a sollevarsi nel vicolo, tra i sacchi della spazzatura e gli ultimi rivoli di benzina non ancora lambiti dal tuo accendino.
La squallida sala porno arderà nella notte, trascinando all’inferno, in questo rogo che illuminerà meglio di tutti i neon e le insegne, i derelitti che vivono pietendo erotismo e pornografia, simulacri di socializzazione concessi loro dall’industria dell’intrattenimento.
Questi vermi, soli, disperati, abbandonati e lontani da qualunque forma di redenzione e di amore. Credono basti una sega nel tepore di un cinema, ansimando, gemendo, godendo delle stupide evoluzioni sessuali di una starlette dal seno finto, per dirsi esseri umani.
Tu li stai aiutando. Loro parassiti, odiati e scherniti da tutti i cittadini rispettabili, domani saranno pianti e compianti da ogni giornale, da ogni crocicchio di persone disposte a versare una lacrima per questi sfortunati arsi da un pazzo.
E diranno pazzo. Ne sei sicuro. Perché i loro cervelli fatti in serie, così rigidamente predisposti a giudicare e a condannare chiunque tenti sia pure solo lontanamente di elevarsi dal gregge, non possono comprendere la grandezza del tuo gesto, del meccanismo aristocratico che muove la tua mano ed i tuoi passi furtivi.
Perché un pazzo è anche un uomo che la società non ha voluto ascoltare, e a cui ha voluto impedire di pronunciare delle insopportabili verità.
( Antonin Artaud, Lettere ai Potenti )
Rimani a contemplare i guizzi, il crepitio di questo inatteso falò, vedi la porta di servizio che prende fuoco, dapprima lambita poi divorata da una bocca di fiamme, stai fermo, il respiro mozzato dall’emozione, non puoi far altro che pensare alla distruzione, alla morte, a quanto sarà bello, il giorno seguente , leggere sui giornali le patetiche esistenze delle merde che hai ucciso.Li incenseranno in ogni modo, li trasformeranno in vittime sacrificali, in padri modello o in rispettabili impiegati, irreprensibili, moralmente incorruttibili e nonostante l’evidenza della loro fine, lo squallore della cornice che ha segnato la loro dipartita, ci saranno commenti grondanti indignazione contro questa violenza metropolitana, contro questo vuoto di valori, contro questi giovani che, privi di ideali e della rigida guida di parenti ed educatori, si lasciano andare a brutale delinquenza.
Oh, si certo; proveranno a tirare fuori la pista del racket o della mafia, ma è davvero poco conveniente. Poco conveniente perché c’è molto più da guadagnare imbastendo il solito carrozzone dell’avanspettacolo psico-sociologico, con giornalisti, opinionisti, psicologi e psichiatri la cui unica funzione sociale è pontificare e scrivere inutili libri colmi di banalità, sociologi, giuristi e politici in vena di forca estesa a tutti, invocheranno l’ordine e salteranno fuori le recriminazioni, le frasi del tipo ai miei tempi ciò non sarebbe mai accaduto e stronzate simili.
Ora il fumo, una nuvola acre e densa, invade anche il vicolo, dopo aver probabilmente saturato l’intera sala.
Quei maiali, presi dal panico, immersi nel buio della loro così tanto ricercata privacy, annaspano e soffocano e strepitano e vomitano. Senti le grida disperate. Una musica celestiale per le tue orecchie.
Rimani fin che le fiamme non iniziano a scottarti. Senti l’abisso aprirsi davanti al tuo corpo esangue.
Adesso non rideranno più di te.
Ti allontani con calma, immettendoti sulla strada principale e la tua testa è un continuo ronzio di aspirazioni e inconfessabili piaceri.
Il suono delle sirene, prima lontano poi sempre più minaccioso e vicino, non ti distoglie dai tuoi pensieri, non ti fa accelerare il passo, diventa una meccanica colonna sonora per il più completo orgasmo nichilistico.
Vorresti che tra quei corpi abbrustoliti che presto saranno rinvenuti tra le macerie del cinema porno, in quella devastazione, potessero aver trovato la loro giusta fine tutti quei miserabili ( uomini e idee ) che hanno ridotto il mondo ciò che adesso è.
Moralisti. Preti. Ipocriti. La gente dello spettacolo, calciatori e veline, puttane che si eternano solo nel gesto rituale di un calendario, il Maurizio Costanzo Show , le troie discinte e compiaciute di essere umiliate di Uomini e Donne, le soap opera al completo, Marilyn Manson e le sue cazzate fintamente sataniche, le boy band, Eminem e tutti i negri che cantano musica di merda, spazzatura da scimmie, i politici e tutti i reggitori del sacrosanto ordine democratico, giovin scrittori esistenzialisti e pulp e fogne letterarie assortite che hanno come unica ragion d’essere accurate indagini di mercato , giudici e giurie, l’autorità come concetto, il senso di patria, il buon costume, il decoro, il Grande Fratello, Saranno Famosi, Survivor, i VIP e gli aristocratici debosciati che trascorrono vite al rallentatore, feste perenni e bagordi mondani, tutti i parvenu , le mignotte della vita notturna.
Tutti all’inferno.
Le loro vite, i loro ideali, i loro costrutti teorici arsi dal più vero dei fuochi, annichiliti dall’unica forza in grado di ridare dignità all’idea stessa di essere un uomo.
E quando gli ultimi bagliori, in lontananza, vengono domati dal getto degli idranti ed una folla scomposta già tesse il necrologio dei cadaveri carbonizzati, tu sei solo un puntolino di carne che sta per scomparire tra i palazzi, sovrastato da questo infinito cielo.



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