giovedì 22 novembre 2007

I Cancelli di Giano




FURIA OMICIDA ( discutibile davvero il titolo, che richiama piu’ un film con Rutger Hauer che non un saggio true crime…l’originale e’ un ben piu’ prosaico e aderente al vero THE SERIAL KILLER FILES) di quell’Harold Schechter che in America e’ diventato sommo sacerdote , assieme ad Ann Rule e all’inglese Brian Masters , della religione true crime e che invece da noi e’ ancora relativamente sconosciuto ( ad ogni modo, memorabile la sua partecipazione al documentario COLLECTORS ) .
Un libro di Schechter e’ sempre un buon libro ( ricostruzione dei fatti mai scevra dei particolari piu’ morbosi e sanguinolenti, una quota-parte di dichiarazioni dei killer medesimi, un po’ di sano scandalismo pornografico, accenni alle contro-culture cinematografiche, pittoriche e musicali che si nutrono al capezzolo del delitto seriale ) , soprattutto se poi assomiglia piu’ a DEPRAVED che non a DEVIANT, ma qui siamo nel campo dei gusti personali e se qualcuno ha una passione per Ed Gein ( magari perche’ ha visto un paio di volte di troppo IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI ) invece che per il simpatico nonno cannibale Albert Fish sono fatti suoi . Pubblicato dalla Sonzogno .

Trascurabile IL LIBRO NERO DEI SERIAL KILLER, curato da Colin Wilson ( che ricordiamo per lo studio sul tandem porno-killer Fred & Rose West THE CORPSE GARDEN, oltre che per l’eccelso LA FILOSOFIA DEGLI ASSASSINI, edito secoli fa da Longanesi, finito pure questo nel dimenticatoio, e per una altra valanga di saggi e articoli su delitto seriale, occultismo, cospirazionismo), e’ la traduzione italica di uno di quei compendi inglesi THE MAMMOTH BOOK, che costituiscono florilegi cartacei mono-tematici e che nel caso di specie riguardano assassini e devianti sessuali di varia risma. Il titolo italiano echeggia invece un altro filone, quello dei LIBRI NERI, uno spettro ad ampio raggio di propaganda politica che non ha risparmiato i crimini del comunismo, del capitalismo, del cristianesimo e che e’ del tutto fuori luogo visto che l’omicidio seriale non e’ legato a religioni o idee politiche o sovrastrutture collettivistiche ed e’ invece dettato da pulsioni individuali altamente anti-sociali e sessualmente orientate.
Questa edizione presenta una integrazione che acclude, frettolosamente direi, alcune figure italiche piu’ o meno accostabili al delitto seriale, tra cui Donato Bilancia, il Gruppo Ludwig. In realta’, se l’effetto che questa inclusione avrebbe dovuto suscitare e’ una comparazione tra crimine sessuale italiano e internazionale non posso che constatare il nostro becero provincialismo anche in questo ambito; tentare sua pure solo lontanamente di comparare i delitti di Ian Brady e quelli di Bilancia e’ operazione patetica.
Si tratta ad ogni modo di una carrellata di pervertiti serial killer da Bilancia a Brady, passando per Hansen, Nilsen, Kemper, Ramirez e compagnia bella, magari non originalissima ma alla fin fine i killer degni di nota sono sempre gli stessi e di questo non possiamo certo incolpare il curatore ( anche se poi si puo’ dire che il testo sorvola sui peccatucci piu’ intriganti dei maniaci ) . Un libro che puo’ essere consigliato ai neofiti del genere o alle casalinghe che si sono bagnate per l’inane SERIAL KILLER di Lucarelli-Picozzi ( Mondadori ). IL LIBRO NERO DEI SERIAL KILLER è pubblicato da Newton Compton.

THE GATES OF JANUS ( Feral House ) suscito’ alla sua uscita diverse infuocate polemiche su entrambe le sponde dell’Atlantico.
Si tratta del libro di analisi del crimine seriale scritto niente meno che dal Killer delle Brughiere Ian Brady . Consta di due parti, la prima delle quali e’ una discussione di tono generale che studia la sublimazione delle pulsioni omicide mentre la seconda e’ una decostruzione delle gesta di colleghi noti e meno noti di Brady, analiticamente soddisfacente e condita con un minimo quoziente di sano umorismo nero.
Brady ha uno stile pomposo ma scorrevole, infarcito di citazioni letterarie, spunti, osservazioni, riflessioni.
Il libro e’ impreziosito da una introduzione di Colin Wilson in cui si dipinge la fenomenologia del testo, dei carteggi intercorsi tra Wilson e Brady, delle inevitabili ritrosie di alcune case editrici nell’affrontare questa materia trattata da un sadico e perverso killer ( in Inghilterra, nonostante i suoi crimini risalgano agli anni sessanta, Brady e’ ancora unanimente considerato il piu’ feroce e perverso killer vivente ) , di altri libri riguardanti i delitti delle Brughiere, e la preoccupazione moralmente motivata di Brady stesso che inizialmente avrebbe voluto vedere il libro pubblicato sotto lo pseudonimo di Francois Villon.
Se c’è qualcosa di piu’ divertente di un serial killer che scrive un libro, e’ proprio un serial killer che nutre preoccupazioni di ordine morale.
Il testo e’ chiuso da una brillante postfazione di Peter Sotos, indispensabile per chiunque voglia avere un punto di vista lucidamente partecipe della brutalita’ dei delitti di Brady, e della valenza pornografica che i mass media hanno assegnato a questi e ad altri crimini concernenti bambini.

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