martedì 12 dicembre 2006

Masturbiamoci con Capozzi


SABATO 16 DICEMBRE

Presso

MONDO BIZZARRO GALLERY
VIA REGGIO EMILIA 32c/d
00198 Roma
www.mondobizzarro.net

info@mondobizzarro.net

TEL. E FAX: 06 44247451

Presentazione del nuovo libro di Michele Capozzi "De Masturbatione" (edizioni Malatempora) Incontro con l'autore : sabato 16 dicembre ore 19.00
Sede: Mondo Bizzarro Gallery

" Michele Capozzi ha preso una laurea in legge e un diploma universitario in scienze sociali, ma soprattutto - come egli ama sottolineare - il "professorato" in vita da strada, cosa che gli è tornata utile una volta atterrato a New York, il 14 aprile 1978, dove si è inventato due professioni, che in realtà sono stili di vita: l'esploratore urbano e il pornologo.In questa raccolta illustrata sono citati grandissimi scrittori, filosofi, pensatori che hanno scritto sulla masturbazione scatenando discussionipolitiche, etiche e sociali. Un semplice atto, il più delle volte solitario, che dà un piacere veloce ma immenso, che disturba le coscienze e mette in crisi... "

Unico mio addendum a quanto riportato sopra nel comunicato ufficiale; Capozzi e' uno dei pochi pornografi dotati di un sano senso dell'ironia e della voglia di non autocompiacersi troppo, quindi se mancate cercate almeno di trovarvi una ottima scusa...

mercoledì 6 dicembre 2006

Omicida e Artista





Dopo una lunga costipazione editoriale, e' uscito finalmente il libro OMICIDA E ARTISTA edito da Magi Edizioni , curato da Ruben De Luca e che mi vede ( assieme a Barbara Manzia ) nella veste di co-autore/collaboratore; premetto subito che questo NON e' il mio libro ( che uscira' per i tipi di Coniglio Editore con l'anno entrante e che si chiamerà L'ULTIMO UNDERGROUND ), si tratta di un lavoro a tre mani nato nell'ambito del Dipartimento di Criminologia della Facolta' di Psicologia di Roma 1 "La Sapienza" e che investiga la relazione intercorrente tra impulso omicida e creazione artistica. La parte curata da me e' quella piu' di taglio controculturale ed underground, una carrellata riccamente illustrata di serial killer dall'indubbio talento pittorico. Il libro, come anticipavo, contiene centinaia di illutrazioni e riproduzioni di dipinti realizzati da serial killer, una parte dedicata a Adolf Hitler ( con i suoi acquerelli ), l'opera pittorica di Dix e Bellmer, una fornitissima bibliografia

lunedì 4 dicembre 2006

A Place for Fiends



Crack Whore Confessions


Droga e Sesso rispondono alle stesse leggi e sottendono medesime dinamiche. L'idea di abbinarle tra loro è un punto a favore di quei pornografi che più di altri sanno assecondare il ritorno ad una realtà effettiva, superando tette di plastica, labbra a gommone, attrazioni fatali e motivazioni naif e pseudo-hippie di porno starlette sempre e necessariamente consapevoli.
L'industria porno, in un lento inesorabile processo di saturazione, era arrivata al punto di una serializzazione dell'immagine sessuale, talmente alterata e destrutturata da essere priva di spessore erotico; sfilate di donne tutte uguali, in termini di parametri estetici, scopate da uomini sempre uguali.
Crack Whore Confessions sposta il territorio della sessualità da un ambito cinematografico e produttivo ad un contesto eminentemente fatto di alienazione; le protagoniste, lungi dall'avere appeal costruito ad arte dai visagisti della San Fernando Valley, sono ripugnanti, sporche, grasse, piene di cellulite, alcune addirittura prive di denti, volti ispanici e gonfi di povertà, carni rovinate dall'abuso di droga o di alcool o da problemi esistenziali di varia natura e varia gradazione. Succhiano cazzi, si fanno scopare ed inculare nell'indifferenza totale, avendo come unico scopo il guadagno della somma originariamente pattuita. Non c'è un trasporto nel senso cinematografico.
C'è, però, un trasporto in senso vitale, una partecipazione che prescinde da copioni ed esigenze di scena e si sublima nella ricerca della soddisfazione del regista che paga. L'occhio della videocamera digitale riprende in soggettiva, ma va oltre il Gonzo o l'amateur; perchè assistiamo anche ad interviste e ad una certa introspezione della donna protagonista, la quale non ha interesse a mostrarsi sfrontata e consapevole e desiderosa di essere accettata nella comunità porno, è solo una puttana di strada fatta di crack, magari con qualche figlio a carico e un fidanzato-magnaccia di uguale sfortuna sociale, pronta ad umiliarsi e ad essere acquistata e a narrarci direttamente in faccia tutti i suoi problemi.
Il denaro qui compra veramente un'esistenza. E non è cosa da poco, per un porno.

Caravaggio alla Stazione Termini


Torna per la prima volta a Roma, dove fu realizzata da Caravaggio tra il 1601 e il 1602, “La Vocazione dei Santi Pietro e Andrea”.“Il Caravaggio dei Windsor” dalla Royal Gallery di Hampton Court arriva dal 21 novembre al GATE di Roma, nell’ambito della mostra “Il Caravaggio della Regina dalle tenebre alla luce. Come lavorava Caravaggio”. GATE (Termini Art Gallery) è il nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea a Roma, situato presso l’Ala Mazzoniana della Stazione Termini , un capolavoro dell’architettura razionalista italiana, dotato di peculiarità strutturali e logistiche assolutamente uniche in tutta Europa.
Grazie al lavoro di Sir Denis Mahon, il massimo esperto e studioso dell’arte del ‘600, la tela ha ritrovato la certa illustre paternità di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.
La tela, eseguita dal Caravaggio nel 1601 o 1602, e poi comprata da Carlo I nel 1637 a Genova, per anni fu attribuita alla scuola del Caravaggio, perché riverniciata parecchie volte, senza togliere lo sporco.
Oltre ad un numero selezionato di tele, il percorso espositivo comprenderà radiografie e riflettografie di alcune opere.
Emergerà che la genesi delle opere era complessa: il Maestro copiava dal naturale direttamente sulla tela con disegni a pennello, che indicavano sommariamente la composizione e che, attraverso pentimenti, ripensamenti e modifiche successive, erano elaborati fino ad arrivare alla versione finale del dipinto.

sabato 2 dicembre 2006

Bruce Benderson

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Il mio incontro con l’opera di Benderson risale a tempi assai recenti. Precisamente a un numero speciale del magazine francese Timeless datato 2004, in cui lo scrittore americano ma francese d’adozione contribuiva con una gustosa reminiscenza della scena omosex di Times Square prima che la giulianizzazione facesse il suo corso cristallizzandola nei libri di storia e negli archivi di cronaca nera, e con la traduzione di un saggio concernente l’opera dell’artista grafico Le Boulc’h. Traduzione dal francese all ‘inglese che avrei scoperto essere una delle principali occupazioni di Benderson (suo l’adattamento in lingua anglosassone di Scopami di Virginie Despentes, tra gli altri ).
Non credo ai colpi di fulmine. Nella vita come nella letteratura, che della vita è una tragica mimesi, vincono le ossessioni, non gli innamoramenti incestuosi.
Così è stata una discretamente rapida ma organica e ponderata discesa nel suo mondo, un mondo in cui il dato esistenziale del Benderson persona si lega indissolubilmente alla poetica del Benderson scrittore.
Quelle descrizioni precise, divertite, partecipi, del clubbing/cruising omosessuale di New York, le reminiscenze quasi asettiche di una vita che è stata la propria e che ora si espone al pubblico per il semplice fatto che si ha il bisogno di riviverla a livello mentale, mi avevano dato l’idea di un autore che non finge nè che erige sovrastrutture o castelli di ipocrisie latenti.
L’idea che avrei dovuto approfondire la conoscenza.
Il suo primo libro di fiction ( dove il termine fiction deve comunque essere inteso col beneficio di inventario ) , PRETENDING TO SAY NO ( Plume, 1990 ) riprende e ricontestualizza il tema topico, qualcuno potrebbe dire l’ossessione urgente e viscerale, che muove l’intera poetica bendersoniana; una analisi sotterranea, vissuta in prima persona della scena sex-oriented di Times Square, in quella indefinibile età di mezzo che scorre tra i gloriosi anni ruggenti della Piazza e la sua decadenza, sormontata tristemente dall’ombra sinistra della giulianizzazione. Un circo di pailletes e lustrini e transessuali e ragazzi di vita che sbarcano il lunario nei club o nei dungeon sadomaso o i cinema porno i cui bagni si trasformano in furibonde scorribande di sesso orale.
Anche l’altra raccolta di brevi racconti , USER ( Dutton/Plume, 1994 ), non si discosta da questo standard; è la storia di Apollo uno spogliarellista ragazzo di vita, oppresso da una situazione finanziaria terribile, caduto nel vortice della tossicodipendenza , che si trova ad attaccare fisicamente e uccidere il suo ex amante, ora riciclatosi come buttafuori nel locale dove lo stesso Apollo lavora. Si tratta di un atto di indipendenza totale che getta luce, attraverso una serie di flashbacks innestati ad arte, sul mondo degli strip bar e dei cinema porno omosex. A questo punto entra in scena un curioso poliziotto, Pargero, sentimentalmente legato ad alcuni transessuali che lavorano in zona . E in cerca di Apollo è anche il quattordicenne figlio della vittima, un ragazzino genio della matematica che vive nel terminal degli autobus. Apollo, sconvolto e solo, cerca un riparo e si rifugia a casa di un amico, un anonimo gay bianco che sta morendo di AIDS.
Anche in USER, nonostante il tono fictional e l’utilizzo di nomi classicheggianti che rimandano alle tragedie shakespeariane, l’ambiente è quello che Benderson ama e di cui si circonda, gli odori, gli umori, la fauna, la pornografia, la desolazione, le insegne neon, le luci rosse, il crack, l’eroina, le contrattazioni furtive nei sottoscala.
Non e’ un caso che la sua prima opera in assoluto , tra il saggistico e il biografico, sia il testo UNITED STATES OF TIMES SQUARE ( Red Dust Inc. , 1987 ) .
A proposito del suo viaggio nel sotto-mondo deviante di Times Square , che lo ha portato non a caso ad essere definito “ Il Poeta del Sotto-Mondo “, Benderson dichiara : “ E’ una situazione che presenta due grandi e distinti livelli di pericolo. Io sono un borghese, vengo infatti da un background culturale e sociale di classe media, che ha tentato di entrare nei meccanismi della strada. Più tempo me ne tengo in disparte, più divento un vizioso voyeur. Ma più mi immergo, più finisco con l’essere un partecipante attivo . Ed è così che col passare del tempo la mia scrittura diventa sempre più mimetica, più vera, più schiettamente legata a dati di fatto e vicende. C‘è da dire che ad un certo punto te ne senti così partecipe che tutto ciò che scrivi diventa una ripetizione del vivere, e quella è una realtà di sesso promiscuo, droga, cambiamenti repentini e costanti e attività criminali. Ho dovuto reggere un bilanciamento tra il mantenere il mio pericoloso status di voyeur e quello di partecipante, affinchè la mia scrittura potesse mantenere un intrinseco valore e fosse così libidinosa ed eccitante. Me ne sono stato là, costantemente a picco sul precipizio. Durante le mie esplorazioni mi sono trovato a flirtare amorevolmente con ogni forma di degrado e di pericolo ed ad un certo punto non lo facevo più per avere materiali di cui scrivere, ma solo perchè ciò mi eccitava tremendamente. Posso dire che il dover scrivere il libro mi ha salvato, perche’ mi ha riportato alla luce. Altrimenti sarebbe finita davvero male. “
Ma Benderson non è un esploratore urbano animato da pruderie moralistica. Come dice lui stesso, è un partecipante attivo.
Che vive e gode di ciò che scrive.
Dice Benderson : “ non c’è dubbio che fare sesso gay con un macho ponga quest’uomo in una situazione di grande confusione, che puo’ tradursi in depressione e crisi da risveglio, quando la mattina seguente il sesso ci si sveglia e ci si rende conto che si e’ dormito con un uomo. Ad ogni modo, io cerco di metterli a loro agio, di farli sentire speciali “ e a chi gli contesta che cercare di irretire un eterosessuale sia un esercizio morboso da omosessuale profondamente irrisolto, lui replica “ Il sesso non ha nulla a che fare con la politica, non e’ qualcosa che devi razionalizzare, e’ solo qualcosa che succede “.
La vita dell’esploratore urbano, che ha deciso di apprendere dalle concrete esperienze di vita e di letto, si pone fuori dai canoni usuali di rispettabilità sociale.
Nel suo saggio SEXE ET SOLITUDE ( RIVAGES, 2001 ) , pubblicato solamente in Francia, paese dove la sua opera è apprezzata e dibattuta, Benderson si confronta con il senso di profonda solitudine e di alienazione che circonda e pervade il sesso nell’epoca contemporanea, analizzando gli incontri casuali, il sesso virtuale, le relazioni che sfumano tra i canali digitali, il consumo di pornografia, i club privati dentro cui omosessuali di ogni età e nazione decostruiscono le loro identità a vantaggio degli altri.
Un discorso che Benderson aveva già affrontato, ma in prospettiva parzialmente differente in TOWARD THE NEW DEGENERACY (Edgewise Press, 1997 ), un saggio in cui ad essere presi in considerazione erano i tabù, i dogmi ed i parametri su cui viene innestato il bisogno sessuale ed in cui l’autore arrivava alla conclusione che l’Underground, concepito come spazio di libertà e nicchia di agibilità per idee fuori dagli schemi, non è altro che una spinta dell’immaginario sessuale dei giovani.
Benderson è inoltre estremamente preciso nell’identificare il sesso come una precisa scelta personale, lontana da qualunque connotazione collettiva o politicizzata ; “ Non riesco a capire queste polemiche sul barebacking ( sesso non protetto ). E’ una scelta individuale. Il concetto di identità personale/sessuale potrebbe essere considerata tematica politica, ma l’attività sessuale assolutamente no. Ogni tentativo di politicizzare il sesso si risolve quasi sempre in una forma di controllo, cosa che io rifiuto e rigetto. Supporto il diritto di chiunque, di chi vuole avere solo sesso protetto, di chi vuol fare barebacking, di chi sceglie di far sesso protetto in alcuni casi e non protetto in altri, di chi sceglie sempre gli stessi partner, persino di chi non vuol fare sesso. La lotta politica abbinata al sesso dovrebbe mirare esclusivamente alla liberazione dai dogmi. La mia vita sessuale è dettata da certi ritmi e motivazioni ben precise, io adoro la compagnia, la condivisione, detesto la solitudine. E devo dire che preferisco prolungare la mia esistenza, così utilizzo certe precauzioni, anche se il sesso ad un certo punto è sempre pericoloso, perché i preservativi si rompono, i corpi si feriscono, e molte azioni vanno aldilà di quanto si era preventivato. Ma i rischi connessi al sesso valgono la pena di essere corsi “.
Ogni rischio vale la pena di essere corso, se ci può portare in dono nuovi piaceri.
La trasfigurazione della carne, ad esempio.
Carne. Carne. Carne.
Di ogni sesso e colore ed età e orientamento religioso.
Venduta agli angoli delle strade o consumata negli hotel di periferia o dispersa lungo immaginarie latitudini del desiderio , epopee mercenarie sublimate dall’ardore fugace di una vita che non ha più scopi, tesorini ed efebi e villosi incontri da sauna promiscua e pompini e umanita’ alla deriva.
Benderson sa che il significato più profondo di un popolo sta nello schiudersi delle vagine o degli ani o delle bocche che adorano e slinguazzano erezioni internazionali.
Geopornografia allo stadio terminale.
Essere nomadi del sesso, e perdersi in un labirinto in cui i gusti e le perversioni e gli interessi vengono elevati a religione organizzata e schiudono , come petali di una rosa , la triste verità della condizione umana.
Il viaggio di Benderson parte da Times Square, zona psico-geografica trasformata in ombelico del mondo.
“ Per tutto il tempo dei miei prolungati soggiorni a Times Square, ho seguito uno standard prestabilito che iniziava in un bar popolato da ragazzi di vita, dentro cui rifarsi gli occhi e bere un drink, per poi spostare il culo in un bar divenuto tempio non ufficiale dei Machoes Latini, poi un giretto da Blarney Stone, quattro chiacchiere e non solo con divertenti gay di colore, qualche minuto in un drag club chiamato LA FIESTA, per poi terminare la giornata in un locale specializzato in Afterhours e parties decisamente meravigliosi, dentro cui puoi ancora ammirare gli interni e le scale di quando era una abitazione privata. Il fondatore del Club, il leggendario SALLY e’ morto di AIDS, due anni fa. A volte lo potevi vedere vestito in abiti femminili, generalmente in occasioni speciali, come poteva essere il suo compleanno, ma il piu’ del tempo lo trascorreva a cantare in playback successi di Frank Sinatra o di Tom Jones, in pieno stile Las Vegas. Un club di taglio decisasamente metropolitano, ma con una atmosfera da paese. Una stretta comunita’ di persone attratte dagli stessi gusti ma provenienti da background culturali, sociali, etnici totalmente differenti. In un primo tempo sono rimasto colpito da quanto poco esso sembri un classico locale gay, nel senso tipico che siamo soliti assegnare al termine. C’è una diversificazione tra ragazzi e bambole en travesti che sembra riecheggiare una relazione simbiotica con il mondo eterosessuale.
Non troppo lontano da SALLY, sorgeva un dungeon gestito da una mia amica, una casa per dominatrici ben liete di dare una drizzatina alle schiene e ai sofisticati gusti sadomasochitici di rispettabili uomini d’ affari. A volte mi capitava di bermi un drink nell’ufficio della mia amica, mentre sentivo filtrare dalle mura le urla e i singhiozzi rochi misti di dolore e piacere “ ( LOSING TIMES SQUARE ).
Il doloroso tramonto della piazza e di ciò che attorno ad essa viveva porta Benderson ad estendere la prospettiva della sua opera ad un contesto internazionale.
Nel suo romanzo-resoconto-diario di bordo THE ROMANIAN ( pubblicato dal sito internet NERVE e da poco approdato al formato cartaceo ) assistiamo all’incontro tra lo scrittore ed un debosciato ragazzo di strada rumeno, in una ambientazione foscamente urbana. L’opera è descritta dallo stesso Benderson come “ la storia assolutamente vera di una liason omosex che è avvenuta in Romania, un paese in cui l’omosessualità è considerata un reato. E’ naturalmente anche il drammatico incontro tra le voglie di un bohemienne americano ed un morto di fame est europeo. In un certo senso fornisce un particolare punto di vista eterosessuale su questi peccatucci omosessuali, dato che il Rumeno fa sesso usualmente con molte donne. Ogni singola pagina del testo si riferisce ad avvenimenti realmente accaduti “.
Benderson gira il mondo, compara le sue esperienze personali, ne traccia un ideale bilancio, capisce e descrive le peculiari idiosincrasie, gli interessi, i gusti, le esigenze, che variano a seconda delle latitudini e delle longitudini, fino a consegnarci un quadro generale degno di un Chatwin della pornografia e della corporeità sessuale.
E facendoci capire che i limiti, quelli sì, devono rimanere chiusi nelle nostre teste.

venerdì 1 dicembre 2006

BLUE




Takato Yamamoto


Dotato di un talento straordinario nel disegnare e dipingere, capace di una rara raffinatezza stilistica e poetica nell’elaborare temi fantastici ed erotici, Yamamoto ha raggiunto, in Giappone, una notorietà tale da essere considerato oggi il migliore erede degli antichi maestri del genere Shunga (letteralmente "immagini della primavera") a tema erotico.
Yamamoto nasce ad Akita nel 1960. Dopo essersi diplomato presso il dipartimento di pittura della Zokei University di Tokyo nell’83, si dedica ad affinare lo stile pittorico Ukiyo-e. Si tratta di una forma d’arte che si sviluppa nell’ambito della cultura metropolitana di Tokyo, durante il periodo Edo (1600-1800 circa). Fin dalle sue origini, questa particolare forma pittorica, è legata alla rappresentazione dei piaceri e delle abitudini mondane della città: il teatro, le sale da tè, l’intrattenimento erotico e creativo delle geishe, ecc.
Solo nel 1994 Takato Yamamoto raggiunge la propria perfezione artistica, mettendo a punto una sua forma espressiva, definita "Heisei Estheticism" (Heisei, infatti, è il nome della dinastia attualmente regnante, e identifica l’età contemporanea del Giappone, dal 1989 a oggi). Il suo è uno stile che formalmente non si discosta dalla tradizione pittorica dell’Ukiyo-e, ma che è fortemente contaminato dall’estetica dei primi del novecento e dall’immaginario mediatico giapponese contemporaneo.
Una caratteristica costante delle sue opere, dipinte con brillanti inchiostri giapponesi su carta di pregio, è il ritratto sensuale di esili corpi maschili e femminili, talvolta avvolti da sinuosi intrecci floreali che assumono le sembianze fantastiche di creature grottesche, o delicatamente accostati tra loro a evocare attimi eterni di sottile ma potente erotismo.
Da circa 10 anni Takato Yamamoto espone con sempre maggior successo in Giappone. All’estero, ha finora esposto soltanto a Los Angeles e a Roma, presso la Mondo Bizzarro Gallery. Oltre alle opere originali, durante la mostra saranno disponibili anche i cofanetti "Banquet Under the Moon", "Makeup of Darkness", e il recente "Secret Traces of Night" composti da 4 litografie ciascuno, oltre al nuovo lussuoso volume (rifinito in seta shantun) "Divertimento for a Martyr", la quarta monografia che raccoglie le opere di Yamamoto, pubblicata dall'editore giapponese Treville.
( A cura di Alex Papa e Gloria Bazzocchi )


MONDO BIZZARRO GALLERY
VIA REGGIO EMILIA
32c/d
00198 Roma
TEL. E FAX: 06 44247451

Periodo: 2 dicembre 2006 – 1 febbraio 2007
Orari: dal martedì al sabato 11.30 – 19.30

Tsurisaki




Un corpo.
Un insieme di aspirazioni, carne, sogni, nervi, sudore. Qualcosa di inanimato e che ora giace nel rigor mortis, tra pareti scrostate ed un lucore neon pronto a ricordarci quanto insensate siano tutte le sovrastrutture morali, etiche, sentimentali.
La fotografia del giapponese Tsurisaki Kiyotaka ci ricorda, nel modo più diretto e brutale possibile, la verità della morte. Senza criteri artistici, senza quel nitore formale che alimenta la fama di Andres Serrano, senza essere coadiuvata da semiotica ed esperimenti concettuali alla Witkin, la fotografia di Tsurisaki si fonde con il peso insostenibile della consunzione. Cadaveri abbandonati e sfigurati, desolazione delle ambientazioni, un tocco realista dell'obiettivo, illuminazioni rigorosamente naturali. Nessuna concessione al corpo come persona. Le regole che governano queste foto sono biologia e decadenza dei tessuti.
L'abbellimento della morte che la cultura occidentale propone in forme industriali, la cura del corpo morto a beneficio dei sentimenti dei parenti, il rituale funerario come parata estetica, vengono decostruiti, alterati e annientati da ogni singolo scatto. Due libri fondamentali.
Necropornografia allo stato puro, senza alcuna dose di sensazionalismo.

Così comincia


















Più che uno spostamento, è uno slittamento. Il vecchio Halogen rimane cristallizzato come database di links e url più o meno interessanti, anche i vecchi articoli, presumo, conservano una loro validità e possono suscitare un certo grado di interesse, quindi non mi sarebbe sembrato giusto cancellarli. Ma non è detto che ciò non succeda sul lungo periodo.

Perchè aprire un nuovo blog ?

Il motivo mi ronzava in testa da mesi ormai, sin da quando la disponibilità a pubblicare il mio libro da parte di Francesco Coniglio è diventata un progetto concreto. Ho deciso che c'era bisogno di aria nuova. E adesso che si è arrivati alle battute conclusive, editing e riscrittura conclusi, dattiloscritto definitivo consegnato, contratto di edizione in rampa di lancio, ho capito che sarebbe stato meglio avvantaggiarsi e iniziare a pianificare un Halogen nuovo.

Il modello di base me lo fornisce l'ottimo blog di Dennis Cooper. Non che io mi stia paragonando a Cooper, dico solo che il modo di intendere, concepire e realizzare il vecchio Halogen non avrebbe avuto più senso perchè radicalmente superato dalla scrittura cartacea. Qui le carte in tavola cambiano, e si prende ad affrontare la dimensione del quotidiano attraverso segnalazioni, eventi, punti di vista che non avranno poi spazio nei miei scritti. Distinguo e divido i due mondi.

Uno slittamento di prospettiva. Proprio come Cooper che nell'interattività coltiva un fruttuoso ( concettualmente parlando ) rapporto con le persone interessate alla sua scrittura.

Se il vecchio Halogen un valore ha avuto è stato proprio l'avermi messo in contatto con alcune persone interessanti, con cui è nato un ottimo sodalizio intessuto di scambio di materiali, apertura e accesso a nuovi territori, amicizia, collaborazione.

Qui, si accelera in questo senso.