sabato 2 dicembre 2006

Bruce Benderson

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Il mio incontro con l’opera di Benderson risale a tempi assai recenti. Precisamente a un numero speciale del magazine francese Timeless datato 2004, in cui lo scrittore americano ma francese d’adozione contribuiva con una gustosa reminiscenza della scena omosex di Times Square prima che la giulianizzazione facesse il suo corso cristallizzandola nei libri di storia e negli archivi di cronaca nera, e con la traduzione di un saggio concernente l’opera dell’artista grafico Le Boulc’h. Traduzione dal francese all ‘inglese che avrei scoperto essere una delle principali occupazioni di Benderson (suo l’adattamento in lingua anglosassone di Scopami di Virginie Despentes, tra gli altri ).
Non credo ai colpi di fulmine. Nella vita come nella letteratura, che della vita è una tragica mimesi, vincono le ossessioni, non gli innamoramenti incestuosi.
Così è stata una discretamente rapida ma organica e ponderata discesa nel suo mondo, un mondo in cui il dato esistenziale del Benderson persona si lega indissolubilmente alla poetica del Benderson scrittore.
Quelle descrizioni precise, divertite, partecipi, del clubbing/cruising omosessuale di New York, le reminiscenze quasi asettiche di una vita che è stata la propria e che ora si espone al pubblico per il semplice fatto che si ha il bisogno di riviverla a livello mentale, mi avevano dato l’idea di un autore che non finge nè che erige sovrastrutture o castelli di ipocrisie latenti.
L’idea che avrei dovuto approfondire la conoscenza.
Il suo primo libro di fiction ( dove il termine fiction deve comunque essere inteso col beneficio di inventario ) , PRETENDING TO SAY NO ( Plume, 1990 ) riprende e ricontestualizza il tema topico, qualcuno potrebbe dire l’ossessione urgente e viscerale, che muove l’intera poetica bendersoniana; una analisi sotterranea, vissuta in prima persona della scena sex-oriented di Times Square, in quella indefinibile età di mezzo che scorre tra i gloriosi anni ruggenti della Piazza e la sua decadenza, sormontata tristemente dall’ombra sinistra della giulianizzazione. Un circo di pailletes e lustrini e transessuali e ragazzi di vita che sbarcano il lunario nei club o nei dungeon sadomaso o i cinema porno i cui bagni si trasformano in furibonde scorribande di sesso orale.
Anche l’altra raccolta di brevi racconti , USER ( Dutton/Plume, 1994 ), non si discosta da questo standard; è la storia di Apollo uno spogliarellista ragazzo di vita, oppresso da una situazione finanziaria terribile, caduto nel vortice della tossicodipendenza , che si trova ad attaccare fisicamente e uccidere il suo ex amante, ora riciclatosi come buttafuori nel locale dove lo stesso Apollo lavora. Si tratta di un atto di indipendenza totale che getta luce, attraverso una serie di flashbacks innestati ad arte, sul mondo degli strip bar e dei cinema porno omosex. A questo punto entra in scena un curioso poliziotto, Pargero, sentimentalmente legato ad alcuni transessuali che lavorano in zona . E in cerca di Apollo è anche il quattordicenne figlio della vittima, un ragazzino genio della matematica che vive nel terminal degli autobus. Apollo, sconvolto e solo, cerca un riparo e si rifugia a casa di un amico, un anonimo gay bianco che sta morendo di AIDS.
Anche in USER, nonostante il tono fictional e l’utilizzo di nomi classicheggianti che rimandano alle tragedie shakespeariane, l’ambiente è quello che Benderson ama e di cui si circonda, gli odori, gli umori, la fauna, la pornografia, la desolazione, le insegne neon, le luci rosse, il crack, l’eroina, le contrattazioni furtive nei sottoscala.
Non e’ un caso che la sua prima opera in assoluto , tra il saggistico e il biografico, sia il testo UNITED STATES OF TIMES SQUARE ( Red Dust Inc. , 1987 ) .
A proposito del suo viaggio nel sotto-mondo deviante di Times Square , che lo ha portato non a caso ad essere definito “ Il Poeta del Sotto-Mondo “, Benderson dichiara : “ E’ una situazione che presenta due grandi e distinti livelli di pericolo. Io sono un borghese, vengo infatti da un background culturale e sociale di classe media, che ha tentato di entrare nei meccanismi della strada. Più tempo me ne tengo in disparte, più divento un vizioso voyeur. Ma più mi immergo, più finisco con l’essere un partecipante attivo . Ed è così che col passare del tempo la mia scrittura diventa sempre più mimetica, più vera, più schiettamente legata a dati di fatto e vicende. C‘è da dire che ad un certo punto te ne senti così partecipe che tutto ciò che scrivi diventa una ripetizione del vivere, e quella è una realtà di sesso promiscuo, droga, cambiamenti repentini e costanti e attività criminali. Ho dovuto reggere un bilanciamento tra il mantenere il mio pericoloso status di voyeur e quello di partecipante, affinchè la mia scrittura potesse mantenere un intrinseco valore e fosse così libidinosa ed eccitante. Me ne sono stato là, costantemente a picco sul precipizio. Durante le mie esplorazioni mi sono trovato a flirtare amorevolmente con ogni forma di degrado e di pericolo ed ad un certo punto non lo facevo più per avere materiali di cui scrivere, ma solo perchè ciò mi eccitava tremendamente. Posso dire che il dover scrivere il libro mi ha salvato, perche’ mi ha riportato alla luce. Altrimenti sarebbe finita davvero male. “
Ma Benderson non è un esploratore urbano animato da pruderie moralistica. Come dice lui stesso, è un partecipante attivo.
Che vive e gode di ciò che scrive.
Dice Benderson : “ non c’è dubbio che fare sesso gay con un macho ponga quest’uomo in una situazione di grande confusione, che puo’ tradursi in depressione e crisi da risveglio, quando la mattina seguente il sesso ci si sveglia e ci si rende conto che si e’ dormito con un uomo. Ad ogni modo, io cerco di metterli a loro agio, di farli sentire speciali “ e a chi gli contesta che cercare di irretire un eterosessuale sia un esercizio morboso da omosessuale profondamente irrisolto, lui replica “ Il sesso non ha nulla a che fare con la politica, non e’ qualcosa che devi razionalizzare, e’ solo qualcosa che succede “.
La vita dell’esploratore urbano, che ha deciso di apprendere dalle concrete esperienze di vita e di letto, si pone fuori dai canoni usuali di rispettabilità sociale.
Nel suo saggio SEXE ET SOLITUDE ( RIVAGES, 2001 ) , pubblicato solamente in Francia, paese dove la sua opera è apprezzata e dibattuta, Benderson si confronta con il senso di profonda solitudine e di alienazione che circonda e pervade il sesso nell’epoca contemporanea, analizzando gli incontri casuali, il sesso virtuale, le relazioni che sfumano tra i canali digitali, il consumo di pornografia, i club privati dentro cui omosessuali di ogni età e nazione decostruiscono le loro identità a vantaggio degli altri.
Un discorso che Benderson aveva già affrontato, ma in prospettiva parzialmente differente in TOWARD THE NEW DEGENERACY (Edgewise Press, 1997 ), un saggio in cui ad essere presi in considerazione erano i tabù, i dogmi ed i parametri su cui viene innestato il bisogno sessuale ed in cui l’autore arrivava alla conclusione che l’Underground, concepito come spazio di libertà e nicchia di agibilità per idee fuori dagli schemi, non è altro che una spinta dell’immaginario sessuale dei giovani.
Benderson è inoltre estremamente preciso nell’identificare il sesso come una precisa scelta personale, lontana da qualunque connotazione collettiva o politicizzata ; “ Non riesco a capire queste polemiche sul barebacking ( sesso non protetto ). E’ una scelta individuale. Il concetto di identità personale/sessuale potrebbe essere considerata tematica politica, ma l’attività sessuale assolutamente no. Ogni tentativo di politicizzare il sesso si risolve quasi sempre in una forma di controllo, cosa che io rifiuto e rigetto. Supporto il diritto di chiunque, di chi vuole avere solo sesso protetto, di chi vuol fare barebacking, di chi sceglie di far sesso protetto in alcuni casi e non protetto in altri, di chi sceglie sempre gli stessi partner, persino di chi non vuol fare sesso. La lotta politica abbinata al sesso dovrebbe mirare esclusivamente alla liberazione dai dogmi. La mia vita sessuale è dettata da certi ritmi e motivazioni ben precise, io adoro la compagnia, la condivisione, detesto la solitudine. E devo dire che preferisco prolungare la mia esistenza, così utilizzo certe precauzioni, anche se il sesso ad un certo punto è sempre pericoloso, perché i preservativi si rompono, i corpi si feriscono, e molte azioni vanno aldilà di quanto si era preventivato. Ma i rischi connessi al sesso valgono la pena di essere corsi “.
Ogni rischio vale la pena di essere corso, se ci può portare in dono nuovi piaceri.
La trasfigurazione della carne, ad esempio.
Carne. Carne. Carne.
Di ogni sesso e colore ed età e orientamento religioso.
Venduta agli angoli delle strade o consumata negli hotel di periferia o dispersa lungo immaginarie latitudini del desiderio , epopee mercenarie sublimate dall’ardore fugace di una vita che non ha più scopi, tesorini ed efebi e villosi incontri da sauna promiscua e pompini e umanita’ alla deriva.
Benderson sa che il significato più profondo di un popolo sta nello schiudersi delle vagine o degli ani o delle bocche che adorano e slinguazzano erezioni internazionali.
Geopornografia allo stadio terminale.
Essere nomadi del sesso, e perdersi in un labirinto in cui i gusti e le perversioni e gli interessi vengono elevati a religione organizzata e schiudono , come petali di una rosa , la triste verità della condizione umana.
Il viaggio di Benderson parte da Times Square, zona psico-geografica trasformata in ombelico del mondo.
“ Per tutto il tempo dei miei prolungati soggiorni a Times Square, ho seguito uno standard prestabilito che iniziava in un bar popolato da ragazzi di vita, dentro cui rifarsi gli occhi e bere un drink, per poi spostare il culo in un bar divenuto tempio non ufficiale dei Machoes Latini, poi un giretto da Blarney Stone, quattro chiacchiere e non solo con divertenti gay di colore, qualche minuto in un drag club chiamato LA FIESTA, per poi terminare la giornata in un locale specializzato in Afterhours e parties decisamente meravigliosi, dentro cui puoi ancora ammirare gli interni e le scale di quando era una abitazione privata. Il fondatore del Club, il leggendario SALLY e’ morto di AIDS, due anni fa. A volte lo potevi vedere vestito in abiti femminili, generalmente in occasioni speciali, come poteva essere il suo compleanno, ma il piu’ del tempo lo trascorreva a cantare in playback successi di Frank Sinatra o di Tom Jones, in pieno stile Las Vegas. Un club di taglio decisasamente metropolitano, ma con una atmosfera da paese. Una stretta comunita’ di persone attratte dagli stessi gusti ma provenienti da background culturali, sociali, etnici totalmente differenti. In un primo tempo sono rimasto colpito da quanto poco esso sembri un classico locale gay, nel senso tipico che siamo soliti assegnare al termine. C’è una diversificazione tra ragazzi e bambole en travesti che sembra riecheggiare una relazione simbiotica con il mondo eterosessuale.
Non troppo lontano da SALLY, sorgeva un dungeon gestito da una mia amica, una casa per dominatrici ben liete di dare una drizzatina alle schiene e ai sofisticati gusti sadomasochitici di rispettabili uomini d’ affari. A volte mi capitava di bermi un drink nell’ufficio della mia amica, mentre sentivo filtrare dalle mura le urla e i singhiozzi rochi misti di dolore e piacere “ ( LOSING TIMES SQUARE ).
Il doloroso tramonto della piazza e di ciò che attorno ad essa viveva porta Benderson ad estendere la prospettiva della sua opera ad un contesto internazionale.
Nel suo romanzo-resoconto-diario di bordo THE ROMANIAN ( pubblicato dal sito internet NERVE e da poco approdato al formato cartaceo ) assistiamo all’incontro tra lo scrittore ed un debosciato ragazzo di strada rumeno, in una ambientazione foscamente urbana. L’opera è descritta dallo stesso Benderson come “ la storia assolutamente vera di una liason omosex che è avvenuta in Romania, un paese in cui l’omosessualità è considerata un reato. E’ naturalmente anche il drammatico incontro tra le voglie di un bohemienne americano ed un morto di fame est europeo. In un certo senso fornisce un particolare punto di vista eterosessuale su questi peccatucci omosessuali, dato che il Rumeno fa sesso usualmente con molte donne. Ogni singola pagina del testo si riferisce ad avvenimenti realmente accaduti “.
Benderson gira il mondo, compara le sue esperienze personali, ne traccia un ideale bilancio, capisce e descrive le peculiari idiosincrasie, gli interessi, i gusti, le esigenze, che variano a seconda delle latitudini e delle longitudini, fino a consegnarci un quadro generale degno di un Chatwin della pornografia e della corporeità sessuale.
E facendoci capire che i limiti, quelli sì, devono rimanere chiusi nelle nostre teste.

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