giovedì 29 novembre 2007

La Morte non attende in silenzio II




D : Può parlarci dei suoi progetti ?
R : tre miei racconti sono stati pubblicati di recente su una rivista underground, Seraphic Shit e da quel che so hanno avuto un buon responso. Inoltre sto lavorando al mio libro sui serial killer, commissinatomi da un editore abbastanza famoso di cui per ora devo tacere il nome per obblighi contrattuali. I miei dipinti hanno mercato prevalentemente tra gli annoiati e viziati rampolli californiani e so che alcuni attori sono intenzionati a fare un’offerta per un pacchetto comprendente due quadretti a pastello. Una band death metal svedese mi ha commissionato il testo di una canzone da inserire nel loro prossimo cd; questi tizi vanno in tournee e si fanno fotografare indossando magliette con la mia faccia stampata sopra.
D : Lei si considera un artista ?
R : No. Odio l’arte. E’ solo un vuoto esercizio per teste di cazzo.
D : C’è qualche artista di cui ha stima ?
R : Come ho detto sopra, non ho una grande opinione dell'arte. Ad ogni modo non considero le persone per cui nutro stima degli artisti, sarebbe un modo per sminuirli. Amo molto le opere di Slocombe, le sue giapponesi fasciate e riprese in ambienti ospedalieri hanno un fascino sexy che supera di molto la più fantasiosa delle stronzate porno propinateci qui in occidente. Ho visto inoltre le foto di Slocombe per quel suo reportage sui bordelli di Tokyo e le ho trovate intense e vitali. Un mio fan giapponese mi ha spedito un esempio abbastanza divertente di mail art, dei collage con foto porno ed incidenti di auto. Io sono un amante di Ballard ed ho apprezzato. L’opera di Trevor Brown è geniale, alcune sue illustrazioni rappresentano il punto più elevato della trasposizione grafica della violenza sessuale.
D : Lei ha espresso dei giudizi poco lusinghieri su Issei Sagawa. Potrebbe chiarire da cosa nasce questa antipatia ?
R : Non è un’antipatia, è solo la constatazione che Sagawa è schiavo degli eventi. Ha ammazzato una misera troietta e si atteggia a personaggio maledetto per eccellenza. E’ un comportamento offensivo.
D : Può dire ai nostri lettori cosa si prova realmente nell’ammazzare un essere umano ?
R : Dipende. E’ tutto molto soggettivo. Personalmente ne ricavavo un forte senso di appagamento. Magari per altre persone è meno esaltante. Non saprei dire con esattezza.
D : C’è qualcosa che persino lei reputa eccessivo e troppo estremo ?
R : Ancora una volta mi trovo costretto a rispondere in maniera del tutto personale. Eccessivo. Un sacco di cose sono eccessive, stupide, insignificanti, prive di bellezza. Il vostro bel mondo di bontà e gentilezza è schifoso, e risulta eccessivo, insopportabile per me. Credete che rintanandovi nei vostri bozzoli perbenistici il Male non possa venire a farvi visita e su questo vi sbagliate di grosso, perché il Male è ovunque. Potete censurare e condannare e criminalizzare ma non potrete impedire alla mia mano, e alla mano di quelli che sono come me, di ammazzarvi e di ammazzare i vostri preziosi pargoli.

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