sabato 24 novembre 2007

Tutti Voi




Tutti voi avete visto favelas cadenti, invase dal fango dall’acqua piovana dai topi e dagli escrementi, cubi di cartapesta spacciati per abitazioni lungo gli argini di torrenti che troppe volte , in inverno, straripano.
Tutti voi avete visto gli occhi sgranati di bambini morenti, tenacemente attaccati al seno raggrinzito di uno scheletro che solo le convenzioni morali possono definire madre.
Tutti voi avete visto i bar e i club splendenti di neon opachi che a Pukhet o a Pattaya o nei sobborghi pulciosi di Bangkok espongono ragazzine minorenni pronte a sbocchinare il primo obeso tedesco o americano che passi da quelle parti.
Tutti voi avete visto lo scempio, i cadaveri falciati dai proiettili, i ventri aperti e le budella srotolate come festoni colorati, i ragazzini spazzati via dai bombardamenti in Palestina o in Iraq.
Tutti voi avete visto il corpicino di James Bulger riverso in una discarica , con la testa spaccata e come unico ricordo un fotogramma sgranato di una telecamera a circuito chiuso.
Tutti voi avete contemplato l’orrore di bambine sodomizzate dalla furia dei soldati governativi indonesiani, durante i moti per l’indipendenza di Timor Est.
Ve ne siete preoccupati tra un bicchiere di acqua minerale, un discorso sul telemarketing, un’occhiata distratta alle notizie di borsa o all’ultimo acquisto dei New York Yankees. Il vostro attimo di contrizione è durato lo spazio di un battito di ciglia, giusto il tempo per sentirvi fortunati a vivere qui, nel cuore pulsante del Demone capitalista.
Certo, la vostra coscienza ne guadagnerebbe in pulizia se poteste dirvi del tutto estranei alla logica che ha prodotto quegli orrori disseminati tra meridiani, paralleli, longitudini e latitudini.
Un orrore continuo, ininterrotto , un vortice di disgusto, parole, commenti retorici, quegli stessi commenti retorici che state formulando nel vostro bel grattacielo di vetro. Gesù, quanta sofferenza ! Gesù, quanto meschina e ingiusta è la vita! Non è forse così ?
Ma, poi, dopo aver distolto lo sguardo dallo schermo, guardate i vostri colleghi, le loro espressioni solari, allegre, i loro bei menti sbarbati, gli occhiali da settecento dollari ed i completi italiani d’alta moda ed allora un dubbio, un’atroce pulce vi si insinua nel profondo del cervello.
La sofferenza non deve avere necessariamente il volto straziato di una madre afghana o di un rachitico verme eritreo. La sofferenza è multiforme. Ha tanti volti. E’ uno spettro danzante che , di notte, vi tiene svegli a guardare film porno via cavo e di giorno, quando potete inventarvi qualche stronzata, vi trascina come una mano invisibile lungo i locali porno dei sobborghi , a succhiare cazzi anonimi nei buchi di gloria, a inculare transessuali cambogiani i cui ormoni sono ancora in subbuglio e il cui culo viola e tumefatto è un invito silenzioso ad entrare nel tunnel dell’AIDS.
Quante puttane avete rimorchiato, pagato e scopato solo perché la vostra sofferenza vi schiacciava le palle, costringendovi ad urlare ogni volta che vi era concesso dalla solitudine?
Quante puttane avete visto spogliarsi nella penombra delle veneziane, nei motel cenciosi di Canoga Park, mentre il cielo irrorava di languori rossastri la linea d’orizzonte e voi, sudati, eccitati, consci della sporcizia fisica e morale di ciò che stavate facendo avete provato il brivido dell’erezione dopo anni di inutili tormenti etici ?
C’è un momento nella vita di ognuno di voi rispettabili cittadini integrati, un preciso momento in cui capite di essere scesi davvero molto in basso nella scala di valutazione della rispettabilità sociale ed è proprio in quegli attimi di pentimento e di riflessione che giurerete di non farlo più. Che non vi fatere spompinare da una ragazzina messicana. Che non scaricherete fiotti rabbiosi di sperma sulle palle di un negro andato di crack. Che non pagherete venti dollari per vedervi davanti una troia di strada che potrebbe sembrare vostra nonna.
E lo giurate sulla foto di vostra moglie.
Vostra moglie, già .
Ci pensate mai? Voi negate, e non potete fare altrimenti, che i tradimenti, le scopate clandestine siano un sintomo del vostro amore giunto al capolinea , eppure sono sicuro che tutte le immagini del TG, questa decadenza, questa morte, questo disfacimento, non fa altro che ficcarvi nel cervello una istantanea del suo culo flaccido, dei suoi fianchi pieni di cellulite, il suo alito cattivo, un impasto merdoso di tabacco, alimentazione ipocalorica, bibite gassate a svegliarvi ogni mattina.
Si, lo so.
Vedete una ragazzina arsa da una folla di esaltati musulmani, linciaggi e lapidazioni e gente appesa per le palle in oscure prigioni cinesi e tutto questo non vi smuove dal vostro grigio mondo, dalla vostra routine, vi considerate il motore immobile del’esistenza e che cazzo volete possa essere mai una quindicenne thailandese incatenata ad un palo e costretta a bere ed inghiottire fino all’ultima goccia sperma da cinque sessantenni tedeschi ? Non è nulla. Nulla se confrontato al disfacimento inesorabile di vostra mogliettina, le sue pretese, il vostro conto in banca dissanguato da spese sempre più inutili sempre più bizzarre che la troia utilizza per passare il tempo, mentre voi vi fate il culo al quindicesimo piano di un grattacielo.
E i vostri figli? Vi rompono le palle con la solidarietà, il commercio equo-solidale, le boutique etniche che spacciano cus cus e merda asiatica, poi eccoveli servire il conto dell’ultima notte trascorsa al club o la cena di lusso per rimorchiare una puttanella collegiale o un ganzo palestrato, beccato all’amo sul paseo o a santa Barbara.
Un giorno verranno da voi, mentre state leggendo il giornale in soggiorno,dopo una dura giornata di lavoro e reclameranno l’istruzione a Yale o ad Harvard o alla University of South California. Migliaia di dollari in fumo. Quelle migliaia di dollari che non avete mai usato per farvi un vero viaggio, per concedervi un lusso o un extra, per dare un senso al concetto borghese di piacere. Ed eccovi servito sul piatto d’argento l’annichilimento totale delle vostre illusioni future, un giretto per le strade di Rio, una spiaggia caraibica non troppo affollata a godersi il sole, i palmizi, il suono della risacca.
No.
Potrete sempre comprare cartoline di quei posti o star sicuri che ci penseranno i vostri figli a mandarvene, dopo essersela spassata coi vostri bigliettoni, turismo in Europa, parties nei campus e merda del genere, mente voi cagate sangue, avete una fottuta paura di morire di tumore e vi vedete invecchiare ( decomporsi? ) vostra moglia accanto.
Fino a che morte non vi separi.
Fino a che il suo fetido alito non vi abbia fatto capire quale cazzo di errore avete commesso. Fino a che le scappatelle nei motel e nei pueblos di periferia non saranno che parte integrante della routine.
Era così bella. La reginetta del college. Cheerleader, gambe sode, abbronzate, lunghi capelli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle. Com’è possibile che questo cesso adiposo, questo spot ambulante sui rischi del troppo colesterolo sia la versione presente di quello splendore che i compagni di corso vi invidiavano?
Dove sono i proclami sull’amore eterno, le chiacchiere sul ti vorrò bene per sempre e le altre stronzate che gli innamorati si cinguettano nelle orecchie durante il ballo di fine anno?
Siete fottuti . E vi siete fottuti da soli. Un clamoroso fist-fucking nel vostro bel culetto .
Credete che i vostri problemi siano l’ombelico del mondo, dimenticate gli orrori appena trasmessi dalla tv , vi piangete addosso come smidollati.
Siete prigionieri della società che avete contribuito ad edificare, una società che vi digerirà dopo avervi ingoiati in un solo boccone .
Una società di merda. La vostra società.
Non certo la mia.

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