domenica 15 giugno 2008

Stanza d'Amore rachitico



(foto by A3bla)




- Il Varco Mithraico -



Prende in considerazione l'ipotesi di un ritorno alla cerimonia solare dell'Antico Egitto, in formazioni gerachico-preordinate che nel legaccio e nelle bende e nel filo spinato trovano complemento all'espressione olimpica dell'Uomo e poco importano i segni rossi che escoriano la pelle ed istoriano la carne in un Arazzo di Bayeux anatomo-patologico.
Grondi il sangue sulla mortalità borghese, sul gusto, sul senso estetico comune e danzino le stelle infernali che ardono nel petto dei Dannati, dei soli pochi che vivono davvero e che vedono con orrore la consunzione drammaturgica ed anti-lirica dell'Esistere.
Interno-casa, penombra accennata, persiane socchiuse, un riflesso lunare e madreperlaceo investe la parete settentrionale imbiancata di fresco.
Prende la lama, e la coglie come un petalo di papavero disperso nell'Oceano Verde delle Pianure ed incide perpendicolarmente il torace, non troppo in profondità; il flusso vitale di sangue disegna circonferenze scure che ruotano come il cerchio di Esculapio, ed ora che il sole è estinto gli sguardi assopiti non possono essere turbati dall'immensità corporea e dai varchi percettivi che in silenzio si schiudono.
Fiori in solitudine, tra fiordi a picco sui flutti spumeggianti del mare del Nord, e visioni barocche che schiudono il rigore gelido della stanza, il letto, lo spoglio ed austero mobilio, un frate che punisce il troppo peccato di non aver mai peccato per ricevere il castigo divino.
Stalattiti di ghiaccio, e vetri di cristallo e riverberi soffusi e sangue, sangue mitraico che scorre dalle ferite, dai solchi che il coltello ha aperto verso l'infinito
.L'espressione di se stessi, il Dentro che promana nel Fuori, e non importano le Celebrazioni, i rituali, i Fuochi accesi che Beltane vedrà scintillare nel ventre nero della notte; solo una tela di carne, ed una foto che eterna e cristallizza l'Io confuso che sprigiona la devastazione.
Terra di Rovine, di mura ciclopiche franate come castelli di sabbia in un giorno ventoso su spiagge baltiche.
Il Dio Dioniso combatte la ricezione controllata dell'Estasi, ed il Terrore di Rudolf si sublima, trascende il gesto fine a se stesso e vive una sua allegoria mithraica.
Il Rituale vive ancora. L'etica di mille anni non conta più.


- Crocifisso di Plastica -



Si direbbe un bisturi chirurgico che scavi gallerie di pelle su un corpo crocifisso in posa plastica.
Si direbbe un complesso doloroso intriso di muta sofferenza.
Si direbbe che la centralità non ammetta compromessi e ci si domanda da dove nasca l'idea che muove la mano armata.
Si direbbe un bisogno molto più forte della mera espressione artistica, un Gigante che aumenta di proporzioni in quell'armatura barbuta.
Si direbbe malattia mentale dettata da disturbi psichici cronici.
Si direbbe che questo non necessariamente sia un male.




- Aktion I: Leibstandarte -



Il buio della notte rischiarato da una lampada ad olio di sapore kafkiano mette in mostra il corpo mutilato e sconvolto da ore di performance.
Sottofondo di liuti e di violini, una grancassa mormora rombi sordi di guerra.
La guerra combattuta contro le ombre e contro i fantasmi che agitano la mente.
Dio vive in quel sangue che scolpisce arabeschi e rubini.
Lembi di pelle nell'aroma dolciastro, quasi una vendemmia di grappoli di carne da cui spremere l'idromele rossa.



- Aktion II : Totenkopf



Mangia una pesca. E ne osserva il contorno sferico e dorato, appena venato da striature violacee e lo squarcio frastagliato del morso inferto.
Immagina un corpo umano martoriato dall'esplosione di una mina, una gamba ridotta a polpettone e una stanza bianca asettica, immersa in una luce assoluta e fastidiosa e schizzi di sangue che cadono dal soffitto come una ragnatela di rugiada rossa.
La poesia dell'alba è una aurora boreale di fisarmoniche rosate, ma dalla sua finestra vede il fumo dei gas di scarico e le auto.
Un ostello. Una camera da letto.



- Una stanza di Amore Rachitico -



I segni come cicatrici profetiche.
Una vita che si riavvolge su se stessa, senza un rumore ben definito.
Serenità che solo la follia assoluta può concedere in dono, nessuno spazio di lucidità, esperienze parentetiche destinate alla sofferenza.
Vedersi. Contemplarsi. Riuscire a somatizzare ciò che si è.
Realmente.
Indissolubilmente legati ad una condizione differente, e nella differenza è la grandezza e la miseria per quanto il mondo neghi ogni grandezza a chi non china il capo.
Cosa rimarrà dopo il Gesto ?
( Azione Assoluta )
Una grande luce, freddo più che invernale.
( Azione ancora più Assoluta )
La perfezione matematica del Dio Sconosciuto.
( Azione tendente all'Amore ).
Il Fuoco oscilla sul volto pallido della luna.




- La Costrizione delle Inutili Grazie -



Arroventato sul fornello a gas, un bisturi scende lento ed inesorabile come un torrente alpino sulle escrescenze macilente del braccio destro.
Ciò che è nascosto emerge alla luce, e l'occhio algido della camera immortala.
Riflessi bluastri, rugginosi.
IKB. Internation Klein Blue ???
Più indefinito, più personale, meno grazia nel trascinare modelle anoressiche, nel rapportarsi all'alterità e alla Grazia che dalle nuvole guarda in basso.
Non trascina altri all'infuori di se stesso su tele, e non ammette altri pennelli all'infuori di lame, e non concede pause all'infuori dei lunghi momenti di silenzio riflessivo.
Silenzio . Irreale. Impenetrabile.
Sa che il momento giunge per tutti. Ma non tutti sono coerenti; schizofrenici pagliacci che si prostituiscono alla grande Madre Puttana, una massa di inutili amebe e di avanguardisti pedofili.
Costringe la Volontà. O la Volontà costringe Lui.
Il risultato è non-gusto.




- Aktion III : Orianenburg -



Serigrafie archeologiche indipendenti dalla moda del momento ornano i resti squassati di una esistenza naufraga e alla deriva, un canto che assume la consistenza di un gorgoglio gutturale.
Ci sarà una fotografia in più.
Ed una parte di corpo in meno.
La preparazione implica una musica soffusa, e penombra.
Forbici sul tavolo. Macchina fotografica pronta.
Forbici =Simbolo fallico, in una tradizione edipica. Mutilazione consensuale per raggiungere la Conoscenza suprema.
Edipo mutila se stesso. Cecità schiude porte percettive inimmaginabili.
Odino mutila se stesso nel Sacrificio autoimposto sull'Albero della Vita.
Lui mutila se stesso. Troncando la parte con il Tutto sostituisce un Individuo con l'Arte totale.
La vita è immedesimazione, gesto d'arte. E nulla può essere più coerente dell'autodistruzione rituale.
Sacrum Facere. Il suicidio non è la consapevolezza dell'inutilità, il raggiungimento del punto di non ritorno ma la sublimazione di una vera, nuova estetica che prescinde da quanto è stato fatto e da quanto sarà fatto in futuro.
Teatro stoico senza inizio nè fine.




- Il Dio Oscuro nella mente rovesciata; elementi di pornoteologia



Il pene reciso, il pube invaso da fiotti caldi di sangue e lo sguardo liquido, perso dietro sogni reali e visioni erotico-punitive.
Un Universo sadiano di distruzione sconvolge l'equilibrio del deserto che avanza. E il reale lascia spazio alla copia della Non-Esistenza, il Simulacro che origina da intersezioni lunari e femminili.
Non più maschio. Non più Femmina.
L'unico segno distintivo eliso, superamento delle identità per ricongiungersi al Mare di questo Dio Oscuro che alberga da tempo nella parte lontana e rovesciata della sua mente.

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