giovedì 17 aprile 2008

L'Eden non è posto per le persone deboli di stomaco


Pierre Guyotat sta alla letteratura come le sigarette Black Death alla lotta contro il cancro; un malevolo flusso di coscienza sporcato da depravazione abissale e borborigmi caotici di odio represso, omosessualità nordafricana e diserzione elevata a paradigma di un mondo (de)privato e depravato in cui solo il sovvertimento e l'anti-natura diventano stilemi da seguire.
Guyotat sa il fatto suo, però. Perchè nessuno ha mai detto che la letteratura debba divenire giochino per menti afflitte e insicure, ed ecco così il Vitello grasso e d'oro agghindato da matrona drag queen nelle assolate e desertiche escrescenze dell'Africa settentrionale, dove francesi e algerini si impegnano a trasformare ogni metro di terreno in un mattatoio di sangue, bombe, lingue di fuoco, tortura e sessualità deviante. Un baby-prostituto algerino sballottato di coltello in coltello, di cazzo in cazzo, umiliato, devastato, violentato e mercificato, scivola nella corrente di un linguaggio torrenziale e contorto, un magma ribollente di screziata consistenza linguistica, elaborata e casuale la lingua come punta di penna-coltello da intingere nel sangue e nelle frattaglie.
Sesso e violenza, razzismo, omosessualità duvertiana di ragazzini scosciati negroidi al punto giusto per sollazzare l'impeto carnale di un qualche intellettuale francese, la morte, il disonore, la devastazione e le case crivellate da bombe estetiche da atrocità ballardiana, sullo sfondo un tramonto intessuto di suggestioni alla Bataille, Artaud, Sade, e poi in filigrana Burroughs e Ginsberg e l'abisso che scende fin dentro il ghiaccio dell'inferno.
Eccolo l'Eden, non giardino ma confusa oasi illuminata dal sole del deserto, non palmizi ma orifizi da penetrare, e il buon selvaggio che da Rousseau passa direttamente tra le pagine di un Boyd MacDonald arrapato e satanico. Si, satanizzato come un Sade apodittico, lumi e mortalità infantile, fame. Questo è un libro che definire particolare sarebbe riduttivo e criminale; se consideriamo che venne bandito dalla tollerante Francia, in cui è virtualmente possibile pubblicare di tutto. Scomparse tra il 1970 e il 1981, per poi ricomparire a seguito della edizione inglese. Va detto che Guyotat è autore dell'altrettanto controverso "Tomb for 50.000 soldiers", anche se ultimamente si è spostato su lidi di ancor maggiore sperimentalismo linguistico rendendo i contenuti brutali e violenti decisamente larvati. Quasi un rumore di fondo capace di ricordarci quanto sia potente l'odio.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

questa è il massimo...
G

AV ha detto...

Guyotat o la lotta contro la cellulite? :)

Anonimo ha detto...

uno accanto all'alta :)
G