mercoledì 10 settembre 2008

Serial Killer



Ogni volta la domanda è inevitabile; ce n'era davvero bisogno?
In linea di massima, quando parliamo di libri, ritengo che l'abbondanza sia migliore e preferibile alla scarsità, ma uscendo dalla teoria generale e addentrandoci nell'oggetto specifico vien quasi da rimpiangere i desertici giorni delle vacche magre. Perchè è vero che sui serial killer non sapremo mai abbastanza e che ognuno di loro rappresenta un universo autonomo, da esplorare analizzare e studiare, ma è pure vero che ogni possibile approccio è stato sviscerato, enucleato, messo su carta e poi reso numero ISBN in qualche catalogo; ed allora, o si escogita qualcosa di nuovo e si dice finalmente il non-detto (quale? E' questo il punto) oppure sarebbe meglio tacere ed evitare di ingolfare i già ingombri scaffali delle librerie.
SERIAL KILLER, del duo Schechter-Everitt, è un consistente tomo (477 pagine), venduto a prezzo non particolarmente popolare (22 euro; ma sono riuscito a trovarlo a metà prezzo nella sala occasione della Mel Bookstore di Roma, tentate pure voi) e pubblicato nel Giugno del corrente anno dalla casa editrice Arcana; Harold Schechter è un nome decisamente noto agli appassionati del crimine seriale, professore universitario, entusiasta analista della cultura popolare, si è distinto per un approccio al case-study funzionalmente interrelato alle ramificazioni più oscure dell'underground SK, dedicando una parte cospicua dei suoi testi alla descrizione di cd, film, items, quindi evitando un tono accademico troppo stucchevole.
Come è questo libro? Dal punto di vista strutturale è una sorta di dizionario, in progressione alfabetica; ci sono profili di singoli serial killer, parafilie, episodi particolari, non troppo diversamente dal miglior libro di Schechter pubblicato in Italia (FURIA OMICIDA, edito da Sonzogno). Il problema in fondo sta lì; c'era già il libro pubblicato da Sonzogno, la visione d'insieme è grosso modo simile, le analisi ovviamente non si discostano, e per questo Serial Killer diventa quasi una replica, un fastidioso deja-vu. Naturalmente, se non avete acquistato l'altro potete pure tentare (nonostante tra i due, io continuo a caldeggiare Furia Omicida).

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