venerdì 26 febbraio 2010

Tutto è male




Colpisce alla luce del giorno,
senza lasciare alcuna traccia.
Giovani o vecchie, le loro labbra sono sigillate
il segreto della loro morte non sarà mai rivelato.


Albert De Salvo

Come un sogno inespresso, come una promessa infranta, l'acqua cade dalla grondaia e fluisce in una pozza marroncina, proprio accanto ad uno stereo che rimanda, sinuose ed ellittiche, le note di Craig Armstrong, una pastosa ballata elettronica di raffinato romanticismo.
Crepuscolare. Dolce.
Sensuale.
In evidente contrasto con le parole che sentiamo echeggiare nell'aria, e coi suoni spezzati; tuo padre colpisce e ferisce e picchia tua madre, tu alzi il volume della musica sperando che tutto cessi, che tutto sparisca, inorgoglita dalla potenza espressiva, ti lasci cullare e trastullare, ma aldilà dell'onda di suono, aldilà delle pareti di carton-gesso, ecco le urla i pianti gli strepiti le richieste di misericordia. Tua madre non ne può più, ha paura per sè e per te, quale vita è mai questa, si chiede impotente, col fiato mozzato, le gambe tremanti e la faccia insanguinata, gli occhi pesti e gonfi come melanzane.
E' interessante.
Dico sul serio.
Ti ho prestato un libro su Lawrence Bittaker. E ti ho mostrato una password per accedere ai contenuti della Kinky thai, ti ho spalancato reami di cani che defecano e vomitano nelle bocche di tailandesi sperdute, giunte fresche fresche da villaggi dove la povertà e l'ignoranza le costringono, materialmente, a piegarsi ad un genere di abiezione che avrebbe reso edulcorate le fantasie di Ted Bundy, dobbiamo concentrarci sui capezzoli ritorti e maciullati dalle pinze di Bittaker, dal vano del furgone sporco ed invaso di attrezzi da tortura e la calura del deserto messicano uno scenario ocra di sabbia e vento, le montagne, ragazze rapite convinte con trucchetti di droga e celebrità a salire sul furgone, gite nel nulla tra pueblos argillosi e vette di sadico piacere.
Sadico, si.
Tuo padre continua ad occuparsi di tua madre. La lavora ai fianchi come un pugile esperto e consumato, mena di cinghia, con il tacco delle scarpe, non ne conosco il motivo ma non mi importa. Torno a concentrarmi sul flusso gentile di musica, sul tuo sguardo vacuo ed intontito e sulle mie divagazioni poetiche di violenza sessuale estrema e pornografia clandestina.
Ti dico; togli Craig Armstrong.
Esegui, velocemente e senza discutere.
Più confacente al momento Clandestine Blaze e le note gracchianti straziate di Icons of Torture, un incancrenito registro di modulazioni putrefatte, ed urla disumane sintonizzate sulla lunghezza d'onda di tua madre. Il guaito di una donna battuta.
John Douglas, e le panzane sugli snuff movies.
Roba di grana grossa buona giusto per stabilire la relazione intercorrente tra obesità e BDSM - continuo ad immergermi nell'insondabile carnaio patrocinato dalle pinze di Bittaker, i suoi disegni francamente osceni e divertenti, la sodomia imposta da John Gacy alle sue vittime poi convenientemente bruciate nella fornace e sparse sotto terra per ironia della sorte da un costruttore edile.
Aiko Koo, la sua graziosa testa staccata dal busto. E portata a zonzo da Ed Kemper.
La morte per tortura. Come giusta retribuzione.
Tua madre continua ad urlare, il pestaggio lento e scientifico va avanti, si protrae nel tempo, ci consegna emozioni incredibilmente soddisfacenti. Ti spingo, emotivamente, a cambiare ancora, dopo le prime canzoni, voglio Bizarre Uproar, masturbiamoci su ritagli di giornale e polaroid di ragazze sorridenti.
John Douglas, e le sue patetiche puerili giustificazioni. La coloritura metaforica per spiegare i suoi decenni di insuccessi; a volte il drago vince. Ma no, John, a volte a vincere sono quelle pinze che strappano lembi di pelle e di carne facendo fiottare il sangue, volti impauriti, impazziti di sofferenza e terrore, nessuna speranza di uscire vive da questo insensato loculo di depravazione sadica.
Il nostro nichilismo si nutre di silenzio e di lacrime - nulla che ci leghi alla condizione umana, se non il godimento di vedere esistenze infrante violate fatte a pezzi.
Eyehategod.
Ted Bundy brillante. Scatenato. Furibondo libertino, in grado di vincere la nebbia del suo passato e far esplodere le contraddizioni dei suoi accusatori, di quegli estranei al loro fianco, di quelle ombre che si incuneano nella metropolitana tra bestseller e lavori rispettabili e Kimberly Leach e ancora sludge e droga di ogni genere e tipo, gli spot contro l'abuso familiare, i cartelloni pubblicitari contro la guerra e contro i bambini soldati.
Il silenzio degli innocenti, il vomito e l'orrore mostrato, conradianamente, da John Douglas per convincere i suoi interlocutori, per far capire loro, sia pure solo in modo ancillare e servente, la drammaticità equivoca del delitto seriale. Non un circo di libri film figurine e campioni d'incasso e royalties, ma un mondo oscuro di famiglie piangenti e processi dolorosi con processioni di parenti sofferenti dolorosi e coi cuori infranti.
Nebula. Noise secrezioni e deiezioni di chitarra e voce catramosa. Tua madre sta male. Tossisce catarrosamente, invoca clemenza, una pausa ma non credo tuo padre sia intenzionato ad assecondarla. Deve proprio averlo fatto incazzare.
Annunci su internet. Consensualità. La chiusura di case di produzione sadomaso stimolano dibattiti sull'amore. L'ungherese Mood Pictures, la finlandese Radikal, l'americana Landslide. Una rotazione di sessualità sporca, corrotta, meravigliosa, da inserire in agenda per stimolare ululati di costernazione tra gli hippies col frustino.
Corrupted e Tsurisaki. Collage di vittime di killer, ragazze violate e stuprate e sotterrate in boschi incantati, non Biancaneve nè video posticci dei risibili Rammstein ma una più prosaica discesa negli inferi della consistenza dell'omicidio - un sogno, di tutti noi. Un plurale onirico di sangue e stupro e pelle scuoiata, e sadismo vero intenso non più tenuto a bada dalle parole di salvezza. SSC, la morte del piacere.
La corrispondenza di Albert Fish, questi frammenti di lettere incandescenti materiale altamente infiammabile Crowbar la sporcizia immensa di un destino segnato volti adolescenti di rumeni che chiedono l'elemosina protettori spietati e ragazze minorenni ingannate finite preda di gente senza scrupoli costrette a vivere in pollai incatenate al letto muoiono come mosche nei roghi non possono fuggire perchè le catene le tengono avvinte alla prigione tua madre le prende continua a soffrire nell'altra stanza in televisione qualche quiz da poco prezzo e sgambettamenti furtivi ho la sensazione che sia tutto finito.
Tutto è male.