D : Chi ti ha ispirato in questo viaggio di morte e di sangue ?
R : La mia prima passione è per Sade. Le pagine lussuriose delle 120 giornate o di Justine mi sono rimaste impresse nel profondo della mente ed ho sempre desidrato crearmi un harem personale di troie da umiliare a piacimento. Ciò che è inaccettabile in Sade, aldilà della violenza ( che da sola comunque sarebbe un esercizio di stile ), è la filosofia sottesa ai romanzi, la prima formulazione del nichilismo totale. Un’altra ispirazione mi è venuta da alcuni geniali killer come Ed Kemper, Richard Ramirez anche se credo che i miei lavori siano soggettivi e personali. Mi sento molto ispirato dalla pornografia estrema, dalla violenza sessuale, dall’abuso sulle donne e dal concetto stesso di omicidio.
D : Come sceglievi le tue vittime ?
R : A volte per l’opportunità presentata, campo libero, nessun testimone. Il mio target, se alludete a questo, è costituito più da bambine che altro. Mi piaceva deflorare i loro culetti, farle urlare di dolore e di vergogna. Comunque ammazzavo soprattutto donne. Odio le donne. Non la smettono mai di frignare, di dire stronzate, ti incastrano con il loro amore da quattro soldi e ti relegano ad una vita d’inferno.Arthur Shawcross ha detto che le donne non avrebbero avuto nulla da temere da lui perché ammazzava solo puttane, ma per me la questione è leggermente differente ; tutte le donne sono puttane.
D : Che cosa provi nel sapere che là fuori ci sono diverse centinaia di tuoi ammiratori ?
R : ricevo costantemente lettere. E’ il potere dell’omicidio. Certo, gran parte di questa roba è solo spazzatura sensazionalistica scritta da chi non ha idea di cosa realmente significhi ammazzare, letterine di bambocci privi di gusto, puttanelle in cerca dell’avventura proibita. Sono veramente poche le persone serie con cui mantengo in pianta stabile un rapporto di corrispondenza
D : E’ vero che hai ammazzato tuo padre ? Ti molestava ?
R : L’ho ammazzato quando avevo quindici anni. E’ stato appagante. S, mi molestava, qualunque cosa vogliate intendere con il verbo molestare.
D : Che ne pensi, aldilà dei tuoi ammiratori, di tutta quella gente che è coinvolta nell’underground più estremo e che lavora con roba attinente alla pornografia estrema, musica elettronica e serial killer ?
R : Ho una sincera ammirazione per antiche istituzioni dell’underground come gli Whitehouse, credo che riescano ad esprimere molta della lussuria che è possibile riscontrare nei miei gesti. Uccidere non è un atto insensato e casuale allo stesso modo in cui non sono casuali i feedback del gruppo inglese , c’è un significato sotterraneo a cui un individuo intelligente potrà dare spiegazione. Generalmente il mondo delle fanzine è interessante, lontano dalle logiche di mercato, da una rincorsa cieca al successo, all’accettabilità. Le mie preferite sono o sono state Parasite, Fuck, Boiled Angel, The Necroerotic. Purtroppo ero troppo piccolo per potermi gustare gli sproloqui di Pure. Comunque, si le fanzine rappresentano un’utentica voce di libertà a patto che ci sia onestà intellettuale; voglio dire, se uno passa tutta la propria vita ad interessarsi di argomenti macabri e taboo non è detto che diventi un pluriomicida, può anche farlo perché ha individuato in questa attività un surrogato più o meno valido alla costruzione di una specifica idendità.
D : A differenza di tanti killer che hanno svolto un’opera di razionalizzazione dei loro delitti solo dopo essere stati presi, ho idea che tu sia sempre stato piuttosto consapevole. E’ vero o mi sbaglio ?
R : Ho capito i miei impulsi per tempo ed ho potuto assecondarli senza troppe difficoltà. Immagino tu ti riferisca a quei tizi che trascinati dagli eventi cercano di cavalcare la popolarità e assegnano un valore simbolico e concettuale ai loro delitti, bè non potrei essere più distante da loro ! Non cito Sade per abbellire quello che ho fatto, per coprirmi le spalle con un ridicolo velo intellettuale, lo cito perché lo ammiro. Le mie vittime sono state un passaggio obbligato verso il raggiungimento di una totale accettazione sessuale. A questo mondo esistono eterosessuali, finocchi, pedofili ed esiste anche la gente come me che sublima l’omicidio in sesso.
D : C’è stato qualche commento, emerso durante il processo, che ti ha dato fastidio ?
R : Più che i commenti a darmi fastidio sono stati i soliti paragoni con l’operato di altri killer. Rispetto Bundy, Ramirez, Kemper e Lucas, cui sono stato più volte confrontato ma penso in onestà di avere sviluppato un mio stile del tutto personale. Le dichiarazioni scandalizzate delle associazioni che lottano per la tutela e la salvaguardia dei minori mi hanno veramente divertito.
R : La mia prima passione è per Sade. Le pagine lussuriose delle 120 giornate o di Justine mi sono rimaste impresse nel profondo della mente ed ho sempre desidrato crearmi un harem personale di troie da umiliare a piacimento. Ciò che è inaccettabile in Sade, aldilà della violenza ( che da sola comunque sarebbe un esercizio di stile ), è la filosofia sottesa ai romanzi, la prima formulazione del nichilismo totale. Un’altra ispirazione mi è venuta da alcuni geniali killer come Ed Kemper, Richard Ramirez anche se credo che i miei lavori siano soggettivi e personali. Mi sento molto ispirato dalla pornografia estrema, dalla violenza sessuale, dall’abuso sulle donne e dal concetto stesso di omicidio.
D : Come sceglievi le tue vittime ?
R : A volte per l’opportunità presentata, campo libero, nessun testimone. Il mio target, se alludete a questo, è costituito più da bambine che altro. Mi piaceva deflorare i loro culetti, farle urlare di dolore e di vergogna. Comunque ammazzavo soprattutto donne. Odio le donne. Non la smettono mai di frignare, di dire stronzate, ti incastrano con il loro amore da quattro soldi e ti relegano ad una vita d’inferno.Arthur Shawcross ha detto che le donne non avrebbero avuto nulla da temere da lui perché ammazzava solo puttane, ma per me la questione è leggermente differente ; tutte le donne sono puttane.
D : Che cosa provi nel sapere che là fuori ci sono diverse centinaia di tuoi ammiratori ?
R : ricevo costantemente lettere. E’ il potere dell’omicidio. Certo, gran parte di questa roba è solo spazzatura sensazionalistica scritta da chi non ha idea di cosa realmente significhi ammazzare, letterine di bambocci privi di gusto, puttanelle in cerca dell’avventura proibita. Sono veramente poche le persone serie con cui mantengo in pianta stabile un rapporto di corrispondenza
D : E’ vero che hai ammazzato tuo padre ? Ti molestava ?
R : L’ho ammazzato quando avevo quindici anni. E’ stato appagante. S, mi molestava, qualunque cosa vogliate intendere con il verbo molestare.
D : Che ne pensi, aldilà dei tuoi ammiratori, di tutta quella gente che è coinvolta nell’underground più estremo e che lavora con roba attinente alla pornografia estrema, musica elettronica e serial killer ?
R : Ho una sincera ammirazione per antiche istituzioni dell’underground come gli Whitehouse, credo che riescano ad esprimere molta della lussuria che è possibile riscontrare nei miei gesti. Uccidere non è un atto insensato e casuale allo stesso modo in cui non sono casuali i feedback del gruppo inglese , c’è un significato sotterraneo a cui un individuo intelligente potrà dare spiegazione. Generalmente il mondo delle fanzine è interessante, lontano dalle logiche di mercato, da una rincorsa cieca al successo, all’accettabilità. Le mie preferite sono o sono state Parasite, Fuck, Boiled Angel, The Necroerotic. Purtroppo ero troppo piccolo per potermi gustare gli sproloqui di Pure. Comunque, si le fanzine rappresentano un’utentica voce di libertà a patto che ci sia onestà intellettuale; voglio dire, se uno passa tutta la propria vita ad interessarsi di argomenti macabri e taboo non è detto che diventi un pluriomicida, può anche farlo perché ha individuato in questa attività un surrogato più o meno valido alla costruzione di una specifica idendità.
D : A differenza di tanti killer che hanno svolto un’opera di razionalizzazione dei loro delitti solo dopo essere stati presi, ho idea che tu sia sempre stato piuttosto consapevole. E’ vero o mi sbaglio ?
R : Ho capito i miei impulsi per tempo ed ho potuto assecondarli senza troppe difficoltà. Immagino tu ti riferisca a quei tizi che trascinati dagli eventi cercano di cavalcare la popolarità e assegnano un valore simbolico e concettuale ai loro delitti, bè non potrei essere più distante da loro ! Non cito Sade per abbellire quello che ho fatto, per coprirmi le spalle con un ridicolo velo intellettuale, lo cito perché lo ammiro. Le mie vittime sono state un passaggio obbligato verso il raggiungimento di una totale accettazione sessuale. A questo mondo esistono eterosessuali, finocchi, pedofili ed esiste anche la gente come me che sublima l’omicidio in sesso.
D : C’è stato qualche commento, emerso durante il processo, che ti ha dato fastidio ?
R : Più che i commenti a darmi fastidio sono stati i soliti paragoni con l’operato di altri killer. Rispetto Bundy, Ramirez, Kemper e Lucas, cui sono stato più volte confrontato ma penso in onestà di avere sviluppato un mio stile del tutto personale. Le dichiarazioni scandalizzate delle associazioni che lottano per la tutela e la salvaguardia dei minori mi hanno veramente divertito.
4 commenti:
Chi è il serial killer in questione?
I.
stesso a dirsi per Total Porno, sono "interviste immaginarie", è come se intervistassi me stesso e mi mettessi nella parte di chi pone le domande e di chi risponde...originalmente queste interviste, anche quelle che verranno, erano integrate in un libro che non venne pubblicato causa fallimento della casa editrice
Ah, ok, ora ho capito cos'è questo famoso Halogen oltre al nome del tuo blog :D
Apprezzo di gran lunga
I.
Halogen è (ed è stato) diverse cose, un disco degli Whitehouse, un disco di Photek, una fanzine cartacea, un primo blog, adesso un secondo blog; in linea di massima è un nome che vuole esprimere quel senso di smarrimento e di piacere proprio della atmosfera tipicamente urbana
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