Dai titoli dei libri True Crime non si sa mai cosa aspettarsi; molto spesso al sensazionalistico e strillato furore non corrisponde equamente dovizia di morbosi, sanguinolenti, putridi particolari.
PATTO ESTREMO, di Lois Jones ( l’originale CANNIBAL suona ancor piu’ sospetto, promettendo perifrasi semantiche della trita storiella alla Silenzio degli Innocenti ), recentemente pubblicato da Mondadori nella collana da edicola True Crime curata e coordinata da Picozzi ( vabbe’…), racconta in tono romanzato ma aderente al vero la tragica e misera storia di Armin Meiwes e del suo partner-cena Bernd Juerge Brandes.
A differenza delle ultime tendenze emerse in Italia, in cui il filone criminologico per plebi sembra orientato ad utilizzare definizioni tecniche ed iper-professionali, il libro della Jones è certamente piu’ umanistico e letterario; entrambi i protagonisti della vicenda vengono seguiti nelle rispettive, squallide esistenze fino al punto saliente del loro incontro e della prolungata ( insostenibile ) sessione di tortura, castrazione, sesso estremo omosessuale ed infine macellazione e devoto cannibalismo. Il tutto condito da viaggi negli oscuri recessi delle chat per pervertiti ed entusiasti del cannibalismo a fini sessuali.
Qui i particolari vi vengono serviti in tutto il loro brutale splendore. Capitoli come LA CASTRAZIONE e LA SOGLIA DEL DOLORE mantengono esattamente quanto promesso, una descrizione accurata, precisa, dolorosa di abusi carnografici, tagli, maciullazioni, l’evirazione di Bernd ( dapprima tentata a morsi, poi con un coltellaccio spuntato, infine riuscita con un coltello da cucina…), l’agonia lenta e incredibilmente serafica della vittima ( come un Marat adagiato in una lercia vasca da bagno colma di acqua calda, che via via va tinteggiandosi di liquido color rubino ), lo smembramento del cadavere e la sua dissezione e le buste di plastica piene dei resti, i pasti e le ricette necro-cannibali di Meiwes.
Prima di questo clou, non male le esplorazioni dell’iper-masochista Bernd nel sottobosco sessuale di Berlino alla ricerca di un ragazzo di vita disposto a castrarlo e da non sottovalutare tutto il tempo speso da Armin nelle chat e nello scambio di email con altri fanatici sostenitori dell’antropofagia.
I piu’ pervertiti di voi saranno lieti di sapere che Meiwes giro’ ben due video del martirio di Bernd ( dalle torture iniziali fino ai pasti ).
Il libro è poi corredato da foto esclusive ( sfortunatamente non del cadavere massacrato e appeso ai ganci da macellaio con cui Meiwes aveva adornato la camera di tortura ). Risibile e persino offensiva , al solito, la prefazione di Picozzi, un bla bla confuso di motivazioni, risentimento morale e promesse malcelate di erotismo mortifero, ma accontentiamoci.
PATTO ESTREMO, di Lois Jones ( l’originale CANNIBAL suona ancor piu’ sospetto, promettendo perifrasi semantiche della trita storiella alla Silenzio degli Innocenti ), recentemente pubblicato da Mondadori nella collana da edicola True Crime curata e coordinata da Picozzi ( vabbe’…), racconta in tono romanzato ma aderente al vero la tragica e misera storia di Armin Meiwes e del suo partner-cena Bernd Juerge Brandes.
A differenza delle ultime tendenze emerse in Italia, in cui il filone criminologico per plebi sembra orientato ad utilizzare definizioni tecniche ed iper-professionali, il libro della Jones è certamente piu’ umanistico e letterario; entrambi i protagonisti della vicenda vengono seguiti nelle rispettive, squallide esistenze fino al punto saliente del loro incontro e della prolungata ( insostenibile ) sessione di tortura, castrazione, sesso estremo omosessuale ed infine macellazione e devoto cannibalismo. Il tutto condito da viaggi negli oscuri recessi delle chat per pervertiti ed entusiasti del cannibalismo a fini sessuali.
Qui i particolari vi vengono serviti in tutto il loro brutale splendore. Capitoli come LA CASTRAZIONE e LA SOGLIA DEL DOLORE mantengono esattamente quanto promesso, una descrizione accurata, precisa, dolorosa di abusi carnografici, tagli, maciullazioni, l’evirazione di Bernd ( dapprima tentata a morsi, poi con un coltellaccio spuntato, infine riuscita con un coltello da cucina…), l’agonia lenta e incredibilmente serafica della vittima ( come un Marat adagiato in una lercia vasca da bagno colma di acqua calda, che via via va tinteggiandosi di liquido color rubino ), lo smembramento del cadavere e la sua dissezione e le buste di plastica piene dei resti, i pasti e le ricette necro-cannibali di Meiwes.
Prima di questo clou, non male le esplorazioni dell’iper-masochista Bernd nel sottobosco sessuale di Berlino alla ricerca di un ragazzo di vita disposto a castrarlo e da non sottovalutare tutto il tempo speso da Armin nelle chat e nello scambio di email con altri fanatici sostenitori dell’antropofagia.
I piu’ pervertiti di voi saranno lieti di sapere che Meiwes giro’ ben due video del martirio di Bernd ( dalle torture iniziali fino ai pasti ).
Il libro è poi corredato da foto esclusive ( sfortunatamente non del cadavere massacrato e appeso ai ganci da macellaio con cui Meiwes aveva adornato la camera di tortura ). Risibile e persino offensiva , al solito, la prefazione di Picozzi, un bla bla confuso di motivazioni, risentimento morale e promesse malcelate di erotismo mortifero, ma accontentiamoci.
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