venerdì 23 novembre 2007

Invisibili direttrici che si perdono all'Orizzonte





Camminando per le strade deserte di una grande città, insegne sbilenche e neon opachi ad ogni segmento, ogni incrocio. Crocicchi invasi dalla spazzatura. Un odore nauseante di alcool da poco prezzo.
Puttane semi-nude che avanzano ad ondate sotto la luce arancione dei lampioni, mentre macchine di ogni colore, modello e cilindrata sfilano in rigorosa processione, i clienti che adocchiano la carne a disposizione, rapide trattative, amplessi veloci consumati sui sedili anteriori.
Ed è proprio camminando che puoi notare tutte le imperfezioni, la sporcizia, la devastazione, lo schifo che invade il cuore pulsante della metropoli.
Ritagliato tra i palazzi, tra i grattacieli e gli alveari di cemento un cielo trapuntato di stelle. Lo riesci a vedere solo in alcune occasioni perchè non puoi sollevare la testa, devi fare attenzione a questa feccia immigrata che spaccia coca o fumo, a questi barboni che ti intralciano il cammino, a queste puttane, queste donne che non meritano compassione.
Segui la scia immaginaria del degrado. Ti apri un varco tra le forme di vita umanoidi che popolano i sobborghi. Dovrebbero morire tutti. Spazzati via da un terremoto o da un’epidemia. Senza distinzione alcuna, uomini e donne e bambini e vecchi. Tutti inutili. Tutti deboli e malriusciti.
Entri in un bar. L’aria è fumosa. Il barista ti sorride, ma a te non importa. La cortesia di facciata è merda secca.
Paghi e prendi un cappuccino. Accanto a te un muscoloso trans sorseggia un whisky. Puzza di sesso malato. Il suo seno rigoglioso e finto. Il suo volto volgare, così fuori luogo.
Fuori dal bar, non puoi far altro che riprendere il tuo giro. Macinare chilometri su chilometri, il fuoco che ti arde in petto.
Le mani in tasca, la testa ciondolante, gli occhi dispersi lungo invisibili direttrici che si perdono all’orizzonte, tra la foschia ed i gas di scarico delle macchine. La tua solitudine, acuita dal rumore della città che riprende a vivere dopo la consueta notte di peccato.
Hai visto ciò che dovevi vedere.
Le file interminabili davanti alle discoteche, i pr intenti a compilare liste, i buttafuori immobili e a braccia sul petto, irosi, cattivi, decine di ragazzi e di ragazze profumati fin nel midollo,decisi a conquistarsi un posto. Decisi a vivere e a godere fino in fondo la notte. In ogni suo aspetto.
Droghe sintetiche e superalcolici. Baci languidi, sesso nei bagni, appuntamenti, innocenti flirt. C’è chi si scambia il numero di cellulare.
E poi.
Hai visto coppie che festeggiavano anniversari dentro ristoranti di lusso, a lume di candela, su tavoli le cui tovaglie somigliavano a tappeti arabescati, oro e porpora, palmizi ai lati ed un maitre solerte pronto a esaudire ogni richiesta.
Hai visto il loro amore. Le loro languide e tenere effusioni, quanto erano dolci, sensibili, sembravano un unico organismo fuso nell’abbraccio immortale della speranza.
Speranza di una vita comune. I sogni. Lo svegliarsi tutti i giorni in un letto condiviso con chi si ama, l’uscire in strada o andare al lavoro sapendo che per quanto orribile sia il giorno, quanto insensate siano le richieste del capo-ufficio o lo starnazzare di merda dei genitori, ci sarà sempre qualcuno pronto a tendere una mano, a dare un bacio colmo di passione, un bacio che riscalderà il cuore ed infonderà nuove speranze.
Certe volte il dolore è così intenso che il semplice autolesionismo non basta. Vorresti vedere tutto il genere umano, queste carogne questi parassiti questi vermi, annegare nel suo stesso sangue.
Vorrei essere lì’ vicino a te, in questo giorno così speciale, assieme a tutti i tuoi amici.
Diceva così la puttana. Ti prometteva il caldo bacio dell’amore eterno e di un futuro condiviso e ci pensi su mentre guardi queste coppie intente a cenare.
Il tuo inutile volto riflesso dal vetro. Sovrastato dai bagliori neon.
Amarti per sempre è l’unico scopo della mia vita.
Puttana. Si è rivelata come tutte le altre. E sai benissimo, per quanto vorresti segretamente negarlo e lasciarti illudere da ciò che ti circonda, che sarai costretto a vivere ogni istante della tua vita solo come un cane, nel silenzio della tua casa.
Solo.
Puoi immaginare qualcosa di più crudele ?
E per cercare di lenire questa solitudine, questo cancro terribile che non ti lascia mai solo e che ti rode intestino cuore cervello polmoni e che ti costringe ad alzarti urlante e madido di sudore e lacrime in piena notte, uscirai per le strade della città, assaporando una vita che a te è stata negata. Donne pronte ad umiliarti in ogni angolo.
Donne inutili.
Tu per loro non sei che un ostacolo da evitare quando camminano. Loro devono essere inutili per te. Nessuna pietà.
Loro ne hanno forse avuta?
Il concetto che questa troia in lacrime vorrebbe insinuare nella tua mente è stupido e privo di senso e dettato solo dal fatto che tu l’hai trascinata sanguinante in questo parco di periferia, dopo averla stordita stuprata e malmenata con un tubo di ferro.
Vorrebbe dirti, oltre alle consuete poco fantasiose ed immature richieste di pietà e solidarietà umana, che nel suo cuoricino di puttana adolescente c’è posto per un infinito amore nei tuoi confronti. Lei sì che potrebbe essere la donna che, tutti i giorni del radioso futuro, sarà disposta a dormirti accanto. A comprenderti, A compatirti. Ad amarti in ogni circostanza ed eventualità.
Spaccare il suo cranio gonfio di merda è il miglior servizio che tu possa fare al mondo.
E’ per questo che meni colpi su colpi e le riduci la fronte ad una poltiglia rossastra, un sanguinolento polpettone di materia cerebrale, ossa e merda, tutta quella merda di cui le donne abbondano.
E’ per questo che tutte le donne seviziate stuprate picchiate dai mariti nel chiuso delle loro case devono solo tacere e continuare a servire i loro padroni. Madri, figlie, sante, ma soprattutto puttane per soddisfare i capricci di chi le domina.
E’ così gratificante, una sensazione che ti inebria, sapere che queste donne e queste ragazze, molto spesso solo delle acerbe bambine, vengono umiliate maltrattate violentate e che tutte le loro esistenze sono segnate inesorabilmente dalla pruderie moralistica della società.
La logica del se la sono voluta loro.
Tu l’hai voluto, puttana. Ed è giusto che ne abbia pagato le conseguenze. Non hai forza di reagire, sei una vittima indifesa, ma forse dovresti dire, e dirlo a tutti, quante volte sei andata in giro per le strade a mostrare la tua mercanzia, a sbatterla in faccia al primo di passaggio tanto per fargli venire cattivi pensieri in testa.
Ogni secondo della tua vita ormai rovinata sarà un’agonia, una lenta ed inesorabile discesa verso l’abisso della tua psiche. Rimpiangerai i giorni della tua infanzia, quando mammina e papino vegliavano su di te come dolci angeli custodi, impedendo che il male potesse anche solo lontanamente sfiorarti. Ed ora invece il male ti ha umiliata, lo vedi fuori nel corridoio ridere di te, a vantarsi con i suoi amici. Lui è forte, sicuro, mentre tu ti chiuderai in un triste mutismo, i tuoi voti crolleranno miseramente, non avrai più neanche il coraggio di andare in discoteca, al cinema o ad un concerto. Gli uomini ti faranno schifo, li odierai tutti, non è vero? Non sarà più tanto bello indossare la minigonna o gli stivaloni di cuoio e sculettare per via.
Non è vero, troia?
Una paura che crescerà nel tuo animo. Una paura che sarà , da ora in poi, la tua unica amica, la tua unica consigliera e che deciderà per te le tappe più importanti del tuo futuro.
Dovresti ringraziare di essere ancora viva, donna. Nonostante la tua colpa, sei ancora qui per raccontarlo. Nonostante tutto, ce l’hai fatta. E importa poco che perderai sonno e probabilmente cadrai in depressione e la tua vita sarà segnata inesorabilmente.
L’unica spernza è che per te il peso di ciò che hai subito divenga la pena maggiore, una pena così lacerante da toglierti il fiato e a costringerti, in un grigio giorno d’inverno, a gettarti dal balcone di casa tua.
Solo così potrai dire di aver espiato la colpa d’essere nata.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

il delirio più spaventoso. quello che prende il via dalle situazioni insospettabili. Ci si sente totalmente indifesi.

AV ha detto...

piacere ed estasi assai spesso rappresentano la faccia rovesciata dell'angoscia, quel senso di claustrofobica asfissia che può portare tanto alla perdizione quanto alla elevazione interiore. Perchè la carne sarà pure debole, ma la mente è un universo di forza roteante