Gli appassionati di cinema horror (e più in generale di cinema oscuro, alternativo, sotterraneo...) conoscono bene la rivista Nocturno, una delle prime nel deprimente panorama cartaceo italiano ad essersi consacrata alla analisi di film che fino a pochi anni prima nessun critico cinematografico avrebbe osato toccare, nemmeno con un palo lungo cinque metri.
Nocturno è stata ed è una pregevole vetrina aperta su un carsico sottomondo di cinema realizzato a budget quasi zero, con attori spesso presi dalla strada, registi capitati sul set per caso, un pubblico devoto e fanatico, e rare ma autentiche e preziose gemme autoriali ingiustamente relegate nella categoria polifunzionale che va sotto il nome di "cinema di serie B"; nonostante i tentativi "revisionistici" dovuti al solito snobismo della critica cinematografica socialmente impegnata, e genericamente sinistrorsa, un tempo desiderosa di stroncare qualunque film non fosse emulo delle gesta in celluloide di Moretti, ed ora miracolata sulla via di Damasco nel riesumare e tinteggiare di divertita riabilitazione qualunque pellicola simil-boccaccesca, poliziottesca, erotica, demenziale partorita in Italia tra gli anni settanta ed ottanta, c'è da dire che solo un pazzo totale (per utilizzare l'adatta definizione del critico horror Chas Balun) potrebbe conoscere cineasti come Vitor Janos, Johan Vandewoestijine, Fred Vogel e allo stesso tempo solo un pazzo totale potrebbe dedicare energia esegetica all'opus dei suddetti registi.
E se gli appassionati di cinema horror apprezzano e acquistano Nocturno (che comunque, va precisato non è una rivista esclusivamente dedicata all'horror...avendo tra l'altro acquisito una dimensione di analisi internazionale solo di recente, visto che nei suoi primi anni focalizzava la sua attenzione sul cinema italiano), gli appassionati di cinema tout court apprezzano e acquistano libri della Lindau; così non stupirà sapere che il libro SEX & VIOLENCE, pubblicato dalla Lindau è curato da due collaboratori di Nocturno...
Un lungo viaggio (623 pagine), per questa edizione riveduta e ampliata (aggiornata), attraverso la terra di nessuno in cui sperimentazione, passioni incoffessabili, umorismo nero, pornografia e malattia mentale si fondono - naturalmente molti dei film trattati non sono del tutto sconosciuti a chi mastica horror estremo, i "classici" in fondo sono e rimangono quelli...il primo Craven, Last House on dead end street, colate laviche di eviscerazioni sadiche in salsa giapponese, Cannibal Holocaust, leggende metropolitane a base di snuff e via dicendo.
Una pesante eco di Killing for Culture, Erotismo Estremo e delle opere di Pete Tombs (per quel che concerne il gore terzomondiale) si spande tra le pagine del libro; alcune analisi arrivano di peso da quelle già formulate da Kerekes e da Hunter, ciò nonostante il tono generale non è mai derivativo, anzi riesce ad essere frizzante ed innovativo (per gli italici lidi), soprattutto quando si tenta una insana commistione tra horror estremo e pornografia di frontiera altrettanto estrema (bukkake, vomit, scat, i primi capitoli Meatholes).
Va dato atto al duo Curti-La Selva di aver realizzato un tomo semi-enciclopedico, completo nonostante la potenzialmente infinita materia, divertente, brioso nello stile e nelle chiose, ironico e mai banale, con alcune trovate e associazioni di idee degne davvero di menzione (la delirante filmografia di Lucifer Valentine, autore di epopee vomit porn condite con pretesti horror...i tentativi pseudosnuff e violentissimi di Fred Vogel...il tutto accanto a campioni del cinema come Cronenberg e il citato Craven).
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