mercoledì 27 febbraio 2008

Il Baratro


( immagine fotografica realizzata da Hannabi ; http://www.flickr.com/photos/hannabi )
La notizia è questa (la riporto da TGcom, 24 Febbraio 2008) :
La procura di Ancona ha ordinato il sequestro in tutta Italia del libro "Il piccolo Tommy", scritto dall'avvocato Stefano Catellani, dedicato alla vicenda del bambino di 17 mesi rapito ed ucciso nell'aprile 2006. Per la procura il libro, scritto dal legale degli zii di Tommy, violerebbe il codice di procedura penale che vieta la pubblicazione degli atti di un'inchiesta prima della conclusione del processo di secondo grado.
Si racconta la storia del rapimento attraverso l'uso di intercettazioni, verbali ed atti che sarebbero ancora coperti dal segreto istruttorio. La pubblicazione del libro era già stata criticata, al momento dell'uscita nel 2007, da Laura Ferraboschi, avvocato di Mario Alessi, indagato insieme a Salvatore Raimondi e Antonella Conserva per il fatto. Il legale aveva presentato un esposto alla procura di Parma che aveva poi girato gli atti ad Ancona.
Anni fa ho avuto modo di conoscere un avvocato specializzatosi in crimini sessuali; una persona decisamente nella "norma", abbastanza brillante, con studio super-accessoriato, arrivato alla professione relativamente tardi, tutto sommato non un arrivista e nonostante la delicatezza delle materie che affrontava una persona con cui poter parlare tranquillamente. Questo avvocato scrisse una serie di fascicoli ad uso interno dell'Ordine Forense, per fornire una casistica e svolgere una disamina degli aspetti sostanziali, procedurali, psicologici e sociologici dei vari fenomeni criminali legati alla sfera sessuale; uno dei casi, lo ricordo assai bene, riguardava un tossicodipendente che aveva violentato la madre, una storia decisamente brutale e che ricordo con una certa precisione perchè per puro caso un giorno mi capitò di parlare con il violentatore, venuto lì a studio a portare altri incartamenti e a sincerarsi dello stato delle cose processuali (si trattava in questo secondo caso di reati legati alla droga, avendola scontata almeno in parte la condanna per lo stupro).
Il tizio in questione era decisamente folkloristico, tossico da piena iconografia alla Amore Tossico o alla Imperatore di Roma, ammasso rottamato di sinapsi e neuroni arsi dalle sostanze spicotrope, andatura dinoccolata, parlata romanesca estremamente greve; l'esatto contrario di ciò che mi avrebbe potuto affascinare. Eppure leggendo quel fascicolo in cui i suoi crimini erano stati descritti con minuzia e con una certa perizia letteraria, lontana cioè dal solito frasario amorfo della burocrazia legale, non avevo potuto reprimere un moto di genuino interesse; intendiamoci, non era il nuovo Peter Kurten, ma se non altro la sua vicenda esulava dall'ordinario processuale.
Visto che lo aveva reso molto più interessante di quanto non fosse, ricorrendo alle belle lettere, consigliai all'avvocato di scrivere anche qualcosa di fiction, di usare materiali reali debitamente mimetizzati per motivi letterari; mi confessò candidamente di averci pensato, ma poi mi disse qualcosa del genere "non vorrei farli diventare più umani e accattivanti di quanto non siano".
In effetti, a prescindere da come uno la possa pensare dal punto di vista morale, la latente umanizzazione di autentici rifiuti è un rischio grave; anche per chi non si pone scrupoli di ordine etico, capita spesso di innalzare sugli altari dei falliti sputacchianti che possono presentare un qualche interesse per ciò che hanno fatto ma non certo per quello che sono.
Eppure ultimamente sembra che l'avvocato sia rimasto in decisa minoranza; sempre maggiore infatti il numero di operatori legali, avvocati e persino magistrati, che si dedicano alla scrittura. In alcuni casi si tratta di opere totalmente finzionali, ma in altri casi viene creata una commistione totalizzante tra dato processuale autentico e narrativa. Il libro di De Cataldo sulla banda della Magliana è ampiamente finzionale, ma si basa su fatti realmente accaduti. I libri di Giuttari sul Mostro di Firenze uniscono indagini vere e frammenti metanarrativi.
Ma ora si avanza l'istant-book di natura schiettamente true crime; atti processuali pubblicati e commentati e messi assieme, raccordati, dalla personalità di spicco del momento. Il libro sulla vicenda del piccolo Tommy è stato sequestrato perchè viola un precetto che prima che legale è logico; pubblicare degli atti processuali fornendoli di un commento, prima che la vicenda sia coperta da cosa giudicata, rappresenta una indebita intromissione nella sfera di valutazione e di giudizio dei giudici. Ma in realtà a me piacerebbe sapere perchè quel libro ha visto la luce...
Il nome del piccolo Tommy è diventato santificata icona da esibire su tanti siti e blog genericamente devoluti alla lotta contro l'abuso sui minori; scopo legittimo, anche se la strumentalizzazione emotiva della atroce vicenda è palese. Qualcuno, ancor più probabilmente, ha iniziato a farsi i conti di fine mese e a servirsi del ricordo illanguidito dalle lacrime per vendere brutali emozioni spingendo sull'acceleratore del disgusto e dell'orrore.
Alessi, mi sembra evidente, è al massimo un "mestierante" del terrore, un mostro di infimo ordine, privo di qualunque carisma, da "vendere" ad una platea di casalinghe anestetizzate da Porta a Porta e Matrix e sommerse dal fiume di fango di Perugia, Garlasco, Cogne, Erba, delitti e processi consumati in tempo reale attraverso i mezzi mass-mediatici; la parola d'ordine è interazione, il probo cittadino vuole avere l'illusione di poter far pesare la sua opinione, di decostruire mirabilmente nemmeno fosse laureato a Quantico i sottesi strutturali dei vari delitti. Il baratro in cui si è precipitati, ad adeguate condizioni, può essere interessante; questa ondata di morbosità è pura pornografia, la gente compra, vende e commenta emozioni, ipotesi, possibilità. Il fatto scompare. Il bambino diventa un ologramma sfuggente e lontano, da esibire solo per rinverdire il down della droga catodica. Ed ecco allora la nuova frontiera dei libri in tempo reale, porzione estroflessa di una realtà altra, segmento impazzito vomitato fuori dallo schermo televisivo e caduto come un asteroide di merda nel salotto di migliaia di abitazioni.

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