La pornografia è un business ed una industria senza dubbio, ma è anche una parte inscindibile della condizione umana visto che rappresentazioni esplicite del sesso per fini di eccitazione o comunque ludici (scevri da connotazioni sacre) si rinvengono in tutte le civiltà più antiche, basta pensare ai ben noti affreschi pornografici di Pompei.
La modernità, contestualmente allo sviluppo delle nuove tecnologie, ne ha aumentato la capacità di penetrazione nell'immaginario collettivo, tanto che i pornografi sono stati i primi precursori e conoscitori delle potenzialità intrinseche di certa sociteà della informazione; la pornografia post-fordista statunitense è un esempio eclatante, effettivamente se uno analizza la San Fernando Valley, North Hollywood e San Francisco, che nel loro insieme costituiscono la psicotopografia del desiderio sessuale messo su video, si noterà che ci lavorano più programmatori informatici di quanti non ce ne siano nella Silicone Valley, orde di informatici stipendiati dalle compagnie porno per escogitare siti più accattivanti, idee nuove, nuove strategie.
Si tratta della trasformazione in senso capitalistico-industriale di impulsi che sono sempre esistiti. Come ha notato Pietro Adamo, professore universitario a Torino, storico e analista della industria porno, l'evoluzione tecnologica si è legata saldamente agli impulsi sessuali, tanto che per un pornografo è oggi maggiormente utile leggersi Debord piuttosto che guardarsi film altrui per ipotesi plagiariste o di mera ispirazione.
In quanto allo sfruttamento che sarebbe il core del porno, generalmente si citano sempre dei casi legati a scene orrorifiche, sesso con gli animali, sadomaso ai limiti dello snuff; mettiamo un pò di puntini sulle i.
Ken Lanning, per venti anni responsabile del Dipartimento FBI sulle sette satanicheche e sugli snuff, afferma candidamente che in tutta la sua lunga carriera non ne ha mai trovato traccia di snuff; anzi, non dice solo questo, aggiunge pure "penso che gli snuff movies siano il Santo Graal della Criminologia" ( citato in "G-men's 25-year search for Holy Grail of porn", di Stephen Naysmith, pubblicato sul Sunday Herald del 23 Aprile 2000). Nel libro "Killing for Culture" David Kerekes dimostra abbondantemente da cosa derivi la leggenda urbana degli snuff, da quali fraintendimenti, errori e prese di posizione strumentali partendo dal famigerato film "Snuff" dei coniugi Findlay passando attraverso l'epopea dei Mondo Movies e delle varie serie come Faces of Death.
Esistono robuste serie hardcore sadomaso (come Vio-lence) in cui l'azione è cruenta, ma esiste un sadomaso violento praticato pure da privati cittadini senza ausilio di telecamere, quindi non è stata la pornografia a portarselo dietro.
Sesso con gli animali; a parte la danese Bodil Jensen che ne fece quasi un manifesto hippie, c'è da dire che si tratta di una parafilia non certo generata dalla pornografia e che importa e comporta una predisposizione da parte di chi la pratica. Non si esclude certo che vi siano ragazze drogate che ne hanno girato degli episodi, ad esempio alcune serie brasiliane, ma dal punto di vista realizzativo parliamo di una percentuale assolutamente minoritaria, tra l'altro in alcuni stati illegale come tale non commercializzata da case di produzione ma al massimo smerciata sotto-banco.
Sul fatto che un attore o una attrice siano sfruttati, come ho detto in apertura; si tratta di una industria, di un ciclo produttivo. E tutti i cicli produttivi sono umilianti e alienanti, poi naturalmente visto che qui si insinua la sessualità possiamo a livello di percezione ritenerlo più degradante ed umiliante ma questa non è una visione oggettiva, ma soggettiva, rispettabilissima ma soggettiva.
Non vendi il tuo corpo, ma la tua immagine. Esattamente quel che succede a tantissimi lavoratori, stritolati dai ritmi imposti dal mercato lavorativo.
D'altronde sul tema dei rischi, non so ma una porno starlette sarà pure sfruttata in qualche misura ma sfruttato lo è pure un operaio pagato in nero e costretto a lavorare su una impalcatura senza messa in sicurezza; solo che nel caso dell'AIDS pensiamo a qualcosa di atroce e fondamentalmente immorale, nel caso dell'operaio sfracellato invece l'indignazione è solo sociale e non anche morale. Ad ogni modo, c'è molto meno AIDS nella industria del porno di quanto non ce ne sia fuori; vi sono stati casi e piccoli focolai, l'ultimo più clamoroso in California, alcune pornostar lo hanno contratto ma curiosamente molte di loro se lo sono beccato fuori dal circuito (come il clamoroso caso di Brooke Ashley e Marc Wallice).
Sulla massiva presenza nella industria porno americana di ebrei è verissimo, ma è questione di presenza ebraica nella cinematografia tout court; d'altronde penso al libro di Valli Il ruolo dell'ebraismo nella cinematografia statunitense su nomi di produttori e finanziatori di origine ebraica e relativa influenza esercitata nello sviluppo del cinema americano non porno. Nell'hardcore produttori e registi in america sono quasi tutti di origine ebraica, penso ad Al Goldstein della rivista Screw (che cercò di fornirne una decostruzione in chiave intellettuale e controculturale del porno), a David Aron Clark noto regista (a livello di idee tutto sommato uno dei più interessanti), a Khan Tusion, a Christophe Alexander proprietario della Anabolic, e potrei continuare per ore.
Ciò nonostante vanno fatte due precisazione; la presenza ebraica nel porno è innegabile e puro dato di fatto ma questa presenza si è tradotta in una commercializzazione del prodotto e nella elaborazione di certi schemi produttivi piuttosto che mutare la sostanza del porno in sè, tanto che molto spesso sono gli americani ad essere influenzati dagli italiani (e l'industria porno italiana non è certo ebraica).
La presenza di "porno patriottico" ideato da ebrei in chiave filo-americana può dare come frutti la presenza di un "porno al fronte", che comunque è abbastanza da verificare considerato che una analoga storia in Afghanistan si scoprì essere una bufala (cioè ricostruita in location ma su suolo americano). Una storia abbastanza incredibile, ma reale è stata quella del sito web NowThatsFuckedup che offriva porno gratis ai soldati che dal fronte avessero inviato fotografie dettagliate di nemici uccisi. Qui entriamo ovviamente nel discorso più complesso della psicologia di guerra americana e sulla deprivazione sensoriale dettata dalla istituzionalizzazione nell'esercito, ed anche nella analisi di come gli USA strumentalizzino tutto (durante la prima guerra del Golfo gli Slayer fecero causa al corpo dei Marines perchè avevano scoperto che le loro canzoni venivano usate per "eccitare" i militi a commettere torture e atrocità...).
Un episodio curioso fu quello determinato da un film di Jon Dough, morto suicida a causa dell'ostracismo che gli venne fatto attorno e di problemi personali, che venne ritirato dal mercato a causa del suo antisemitismo; nel film, diretto e prodotto da ebrei si noti, una ragazza ebrea veniva pesantemente umiliata ricorrendo ad epiteti antisemiti.
Ci fu un putiferio che oppose paradossalmente gli ebrei registi, che non si erano detti particolarmente oltraggiati, a quelli della GVA, grossa distribuzione porno che, ben più potenti dei primi, determinarono la fine commerciale del film e l'ostracismo nei confronti di Dough...Sul fatto della "trasgressione" palstificata e commercializzata quello è un altro problema della nostra società nel suo complesso, come scriveva Vaneigem trasgredire la trasgressione così comanda il progresso economico; la serializzazione coatta dell'impulso lato sensu trasgressivo funge da anestetizzante e da controllo sociale, rifocola l'illusione di una libertà, purtuttavia è proprio in alcune espressioni pornografiche che si riesce a scorgere il senso più profondo della società dello spettacolo e a vedere un lato rovesciato della realtà (penso ai backstages in cui puoi vedere reazioni emotive verissime).
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