lunedì 21 maggio 2007

Democrazia calibro 22


"Potete immaginare un richiamo morale piu' alto del fatto di cancellare i sogni di qualcuno con un proiettile ?"
Jim Goad - ANSWER ME 2
Chi riesce ad ammazzare 32 studenti e a ferirne svariate decine di altri utilizzando due sole pistole non puo' certo essere un imbecille.
Troppo facile, troppo semplicistico, troppo consolatorio liquidare il massacro scientifico, lucidamente pianificato e scientemente messo in atto, sotto la voce "follia" o seppellirlo sotto tonnellate di banale logorrea sociologica, far credere al pubblico bovino che l'esecutore materiale della strage era solo un povero demente, frutto miscelato di frustrazione, insipienza, isolamento e deprivazione emotiva; perche' in fondo se il coreano omicida non era altro, come dite tutti voi tra un cambio di canale e una contrita lacrimuccia, che un povero invertebrato dedito a scritture oscene e molestia piu' o meno reiterata di compagne di corso allora che cosa saranno mai stati quei 32 studenti crivellati dal fuoco ?
Qualcosa di ancora peggiore.
Perche' e' accettabile, nella mitologia post-moderna, morire durante un violento scontro a fuoco in battaglia, e' accettabile morire divorati tra le fiamme mentre si tenta di domare un incendio, e' accettabile morire schiantandosi dentro un aereo dirottato, ma non e' accettabile morire nella quotidianita' scolastica per mano di un fallito.
Ma e' difficile, per non dire impossibile, in queste ore di struggente angoscia e veglie a base di candele e tramonti virginiani, mettersi ad analizzare criticamente la vita delle vittime, stabilire con un certo grado di verosimiglianza se davvero erano tanto piu' socialmente inserite ed accettate del loro carnefice, se le loro vite erano ricche di successo, denaro, rapporti sessuali o relazioni interpersonali asportate di peso da serial televisivi come THE OC o Dawson's Creek o se invece non si trattava che di patetici, insignificanti, grigi nerd le cui sciatte e desolate esistenze scorrevano tragicamente simili a quella del coreano solitario.
Adesso ci si stringe tutti attorno al caldo fuoco della retorica, si blandiscono i superstiti feriti, si intervistano gli incidentali conoscenti dell'assassino, ben sapendo che un simile mostro non poteva certo fregiarsi di amici ne' tantomeno di ragazze, si deificano comportamenti individuali e si fanno nascere eroi, come quel professore ebreo scampato decenni fa al gas nazista nella solennemente oscena cornice di Dachau giusto per finire poi come un poveretto qualunque con un proiettile in pieno petto a Blacksburg, Virginia.
Il gioco valeva davvero la candela, professore?
Se fosse morto nel 1944 adesso avrebbe un cippo marmoreo, un posto d'onore nella Storia e il dolore universale di tutto il mondo civile, mentre ora, ora che e' morto durante una routinaria giornata di insegnamento in una localita' insulsa come Blacksburg, si e' guadagnato al massimo una serata speciale all'Oprah Winfrey Show.
Il confronto non regge.
Da un lato milioni di morti vittime di un ingranaggio storico perfetto e sinistramente organizzato, su cui gronda ancora oggi un fiume oscuro di esecrazione, risarcimenti e istituzionalizzate Giornate della Memoria, dall'altro la mera prospettiva di essere ricordato come vittima di un poveraccio fallito e frustrato.
Naturalmente, per questi primi tempi lei sara' un eroe. Come tutti gli altri deceduti.
Le vittime devono essere compiante. E santificate. Almeno fino a quando i rigidi meccanismi dell'audience lo impongono.
I parenti, e tutti i supersiti, coccolati, vezzeggiati, amati, fatti sentire sicuri. Come se ogni casa americana fosse la loro accogliente casetta. Come se ogni tacchino fumante da Giorno del Ringraziamento fosse stato cucinato per loro. Come se ogni torta di mele fosse stata sfornata per loro. Come se i soldati al fronte combattessero proprio per loro.
Proteggere e servire, d'altronde. Svetta come un funereo motto ironico su tutte le macchine della polizia, svetta come un paradigma esistenziale nel cervello del Presidente Bush che della sicurezza, interna ed esterna, ha fatto la ratio decidendi della sua amministrazione e nel cui nome ha bombardato, invaso, scannato paesi stranieri la cui lontana morfologia diversi americani ignorano.
Dimenticate la sicurezza nelle scuole, il controllo sulle armi e la NRA, il cadavere putrefatto di Charlton Heston e i documentari di Michael Moore, dimenticate Marilyn Manson, Der Spiegel e Boyd Rice, i messaggi subliminali e le presunte nefaste influenze esercitate dal metal e dall'industrial sulle menti di giovani resi gia' abbondantemente permeabili a qualunque idiozia da una rigida dieta di cultura consumistica, dimenticate la Trench Coat Mafia e lo spicciolo sentimentalismo dei tabloid popolari, dimenticate Geraldo Rivera, Oprah Winfrey e David Letterman. Se guardate sotto il tappeto, sotto la coltre scandalosamente buia di sovrastrutture psicologiche, sociologiche e decostruzioni da talk show, vedrete l'immaginario punto di fusione tra realta' e finzione, il punto in cui gioco di ruolo, eroismo, gossip, reality show, idiozia congenita e americanizzazione dell'esistenza assumono la consistenza innegabile di quello stile di vita che, assieme a flessibilita' nel mercato del lavoro e sistema elettorale, tanti imbecilli qui in Europa vorrebbero prendere a modello.
Il coreano ha fatto meglio di Charles Whitman e di James Huberty. Da solo e' stato addirittura in grado di raddoppiare il punteggio dei due tizi nerovestiti di Columbine; qui non ci sono piu' strutture intellettuali di comodo, poetesse riesumate dalla fogna in cui erano precipitate per essere frettolosamente insignite del titolo di "opinioniste" e insegnanti preoccupati per il tono violento degli scritti dell'assassino e sociologi dell'ultima ora che ci spiegheranno come la nostra societa' banalizza, reifica, mercifica persino i sentimenti, qui ci sono solo decine di proiettili sparati in sequenza veloce, meticolosa e scientificamente rigorosa, proiettili che hanno spaccato crani, cuori, stomaci, intestini, aperto petti e deflorato cavita' socialmente rispettabili di tanti bravi futuri dirigenti della Nazione America.
Certamente poi ci sono i video, le pose da giustiziere, le foto, i documenti, minestrone tra Taxi Driver e I Guerrieri della Notte ad uso quasi esclusivo dei giornalisti e dei tanti sciacalli dell'informazione, un brodo dentro cui possono germogliare tutte le interpretazioni, quelle fantasiose, quelle ponderate, quelle totalmente destituite di fondamento, e quelle, immancabili, belle e pronte per finire poi ad adornare qualche istant book di successo, dentro cui parole d'ordine consumate dalla coazione a ripetere verranno riesumate e servite su di un piatto d'argento; giovani senza valori ! L'amore e' morto, serve amore ! Carenza di affetto ! Basta con le armi facili ! Questo non e' il momento delle polemiche politiche !
Le casalinghe, smessi i fazzoletti , faranno la fila per acquistare i libri che promettono tutti i piu' morbosi particolari della vita di quello che gia' molti classificano come uno sfigato, un meschino, qualcosa di ancora piu' infimo di un nerd, e ci si masturberanno gioiosamente la sera dopo una lunga, insignificante giornata di acquisti al supermercato.
Un qualche criminologo, verosimilmente quello che ha curato il libro comprato, le rassicurera' che il loro interesse non e' morboso, perche' loro, povere massaie, sono solo animate da una sana volonta' di conoscenza. L'unico mostro in tutta questa dolorosa vicenda e' l'assassino, il nerd.
Ma un nerd che ha seminato una scia di morte, sangue e gloria come non se ne vedevano dai tempi dell'11 Settembre o di Oklahoma City o , per andare ancora piu' indietro nel tempo , delle epopee del West, quando la pistola era l'unico metodo per risolvere i conflitti e la sociologia non ci aveva ancora fatto credere che solo New Age e reality show sarebbero stati in grado di salvare le nostre anime.
Ma io voglio che voi tutti, sociologi criminologi psicologici opinionisti tv scampati professori eroi politicanti scrittori musicisti dal cuore d'oro brava gente timorata di Dio, sappiate che nel mattatoio di Blacksburg scintilla trionfale il nome dell'assassino, mentre le vittime sono solo un numero utile per segnare il record in questa Olimpiade degli psicopatici.
E che l'unica domanda che adesso possa avere un senso e': chi sara' in grado di fare meglio?

2 commenti:

erzbeth000 ha detto...

Francamente, ad una prima lettura, non ho capito granchè del tuo post,
comunque interessante in alcune considerazioni (lo rileggerò)...
per quanto riguarda Cho Seung-Hui: anchi'io sono rimasto ronzando per un po' attorno al suo cadavere, al corpo di questo strano bicefalo di Mishima e George Peppard...
il suo corpo e quello di Marco mi hanno fatto naufragare qui, sia la pace per entrambi.
Ciao.

AV ha detto...

Naturalmente non commenterò ciò che io stesso ho scritto, sarebbe ridicolo e di cattivo gusto; ognuno ci può trovare dentro quello che crede, al massimo diciamo che il senso di fondo potrebbe essere "siete proprio certi che lui fosse un fallito e che tutte le vittime, per il solo fatto di essere vittime, siano degne di questa becera santificazione?", poi ovviamente ci sono altre sfumature.
Su Marco, a parte l'indegna gazzarra dei forum, continuo a ritenere che le uniche degne parole siano state quelle di Devis, pubblicate da me nel blog.
Ciao