" Lorsque dans un salon, il y a une fille de 14 ans et sa mère de 35 ans eh bien, ce n'est jamais la mère, mais la fille qui tombe amoureuse de moi. "
Gabriel Matzneff
Immagina la ragazzina filippina distesa su un fianco del letto sudicio, l'aria rarefatta e tremolante per il troppo caldo, le lenzuola umide di sudore e fluidi corporei, l'odore del sesso a frammischiarsi in sinuose volute con altre mille spezie e vomito e droga. Avra' 13 o 14 anni, ma non c'e' nulla nel suo volto che tu possa considerare "umano"; e' solo un corpo che sei venuto a scopare perche' qui poverta', miseria ed ignoranza permettono al tuo conto in banca occidentale di poter prendere quello che vuoi. Di lei non ti importa nulla, l'amore e' solo un eufemismo a queste latitudini, i pochi grattacieli ed i bar scintillanti di neon ti impediscono di guardare lungo la linea di orizzonte, dove il tramonto prende a colorare di rosso sangue il cielo. Non ti interessano le tradizioni locali, le idiozie buddiste, e l'idea che il turismo possa essere un esercizio di antropologia.
Immagina l'orrore e l'esecrazione istillate goccia a goccia nel pubblico occidentale e che, direttamente dalle mutande calate di Pasolini in quella fredda notte novembrina di Ostia e poi da dentro i dungeon di Marcinelle e Charleroi, fa piangere lacrime di dolore ad ogni brava madre, immagina gli articoli di giornale, i reportage, gli approfondimenti, e i servizi speciali de Le Iene quando pornostar e puttane non tirano piu'.
Immagina la solitudine. Il non poter parlare a nessuno di certe passioni segrete, e segrete davvero 'che persino i nuovi buffoni delle teorie BDSM sono pronti a riempirsi la bocca di giustizia sommaria quando sentono associare tra loro le parole sesso e "minore eta'", una crasi che ormai e' divenuta il paradigma di un male assoluto. Come Pasolini steso a terra in una pozza di merda, e le sagome macilente degli scampati di Ravensbruck che ancora guardano da dietro il filo spinato, vedi emergere fantasmi di un dolore che e' tuo e solo tuo e che non vuoi rendere poesia, ma solo sincera testimonianza di un qualcosa che nessuno ti perdonera' mai.
Immagina che i tuoi pochi amici, i pochi che sanno e capiscono e condividono, un giorno vengano arrestati o si suicidino per la vergogna, la stigmata purpurea della nuova peste, e a te, che hai raggiunto nonostante tutto una posizione di prestigio nel mondo letterario, non rimanga altro che parlare. E aprire il cuore, non per una confessione di amore, ma per una piena presa di coscienza. Ed una vendetta che sara' necessariamente postuma.
Gabriel Matzneff infrange tabu'. E lo fa con la delicatezza e la naturalezza di chi sente di non avere nulla di "sporco" nel profondo dell'animo. Scrittore di razza, pubblicato dalle maggiori case editrici francesi (tra cui la nota Gallimard) e tradotto anche in Italia (per ES e' uscito I MINORI DI ANNI 16) , libertino gaudente, turista sessuale e pedofilo, creo' un putiferio quando nel 1990 riusci' a dare alle stampe I MIEI AMORI SCOMPOSTI, resoconto dettagliato delle sue trasferte erotiche in Asia, ma anche vivida narrazione della condizione del pedofilo in occidente. Ostracizzato, reso incubo sociale, costretto all'aprioristica ignominia, finisce con il diventare ben peggiore di quanto non sia veramente; con le spalle al muro non ha piu' nulla da perdere. I MIEI AMORI SCOMPOSTI non e' il delirio apologetico di un "malato", ne' la sublimazione ipocrita dell'ennesimo letterato afflitto da complesso maieutico, e' invece un testo che ha il pregio di essere spietato, carnale, intriso di sentimenti e umanità.
E Matzneff ha il pregio di essere autore scomodo, e terribilmente vero. Piaccia o non piaccia doverlo ammettere.
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