martedì 19 febbraio 2008

Cultura Porno su Radio Bandiera Nera

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Colgo l'occasione per rivolgerti un'altra domanda in merito alla tua weltanschauung.
Leggendo i tuoi scritti si evince una profonda fascinazione per una certa cultura primordialista,sopratutto per i pensatori di inizio secolo(Evola in primis,mentre non mi sembra di aver incontrato mai direttamente i nomi di Guenon o Reghini).
In ogni caso fai spesso riferimento a una corrente di pensiero che si pose l'ambizioso obiettivo di rileggere la Storia in chiave antiprogressista,ponendo l'accento sul mito quale strumento realmente efficace per ridare fondamento al mondo.
Una visione comunque che poneva come più alta ambizione umana il travalicamento dei normali limiti individuali.
Eppure una ricerca di tipo spirituale non sembra,almeno a un primo sguardo,una dei tuoi principali interessi o preoccupazioni.
Salvo l'ultimo racconto da te postato,di solito,pur facendo uso di un fitto ordito metaforico,rimani ben saldo a realtà che non c'è bisogno di definire basse.
E almeno da quanto ho capito io,l'appagamento senza se e senza ma dei propri desideri da libertino,rappresenta per te un momento estatico fortissimo,ma che non sfocia in uno stato di gnosi o appercezione.
In altre parole,ti sto chiedendo come concili il nichilismo che sembra trasuddare da molte delle tue composizioni con la tua contiguità,se non ideologica almeno ideale,con il fronte dell'essere.
G

AV ha detto...

Buona domanda.
Reghini e Guenon li ho letti, ed anche in profondità ma non credo possano costituire una qualche influenza sul mio pensiero, non la costituivano nemmeno negli anni della mia militanza politica, mentre per Evola il discorso muta radicalmente; innanzitutto perchè Evola dimostra chiaramente come si possa aderire ad una visione del mondo senza scivolare tra le sabbie mobili del moralismo di matrice giudaico-cristiana, e a tal proposito tutte da meditare sono le considerazione che Evola stesso svolge in METAFISICA DEL SESSO a proposito di Sade e che in alcuni frangenti diventano collimanti con il punto di vista di Bataille (con cui Evola fu in contatto) su Sade stesso. Sade cioè come asceta involontario, come viandante incamminato sul sentiero della Mano Sinistra e che attraverso la preoccupazione di porsi fuori dal genere umano raggiungeva la sua personale moksha. Il nichilismo, che poi è termine polisenso e su cui dovremmo pure accordarci in merito alla tavola crittografica valoriale che ne costituisce fondamento, può essere un male o una panacea (sul punto illuminante OLTRE LA LINEA di Junger-Heidegger) a seconda dell'uso che se ne fa. E' ovvio che la dialettica sociale mi interessa poco, o almeno in modo relativo, nella stessa misura in cui mi interessa molto l'Evola dadaista e l'Evola che avvolto dal turbine michelstaedteriano si infiamma con le teorizzazioni dell'uomo assoluto, l'Evola di Cavalcare la Tigre in cui delinea le sacche di resistenza modulate sull'Apolitia (come pure il Ribelle jungeriano o il Katekon schmittiano) e quello del principio della "conversione dei tossici in farmaci" che trovi in L'arco e la Clava. Si è sviluppata questa percezione dell'opera evoliana come se essa fosse cristallizzata in mitemi da Torre d'Avorio, mentre invece mi sembra decisamente più sfaccettata e sfumata. Che poi magari ad Evola, non avrebbero fatto piacere certi accostamenti non so; ho curato l'introduzione ad un testo evoliano che stupirà (e forse qualcosa di più...) molti tradizionalisti, e che vedrà la luce nei prossimi mesi per una nota casa editrice della destra radicale, lì molte cose verranno chiarificate. Ad ogni modo come diceva Freda, Evola era tetragono agli accostamenti irriverenti...

Anonimo ha detto...

Si,ricordo l'interpretazione evoliana di de Sade,che però a dire il vero mi sembra un pò forzata,giacchè le argomentazioni avanzate dai vari libertini per cercare di convertire la giovane Justine alle vie del vizio poggiano su una visione del mondo innegabilmente materialista,di stampo in ultima analisi giacobino.
Però questa interpretazione(tra l'altro avanzata da Adorno e Horkheimer in "dialettica dell'illuminismo")ricordo essere indicata come superficiale da Evola stesso.
In ogni caso mi hai riposto,grazie.
G

Anonimo ha detto...

Se devo essere sincero...brutta puntata

AV ha detto...

qualcuno me la racconta, che ne ho seguito solo l'1% ?

Anonimo ha detto...

Niente di particolare in realta'.
Pero' ad un certo punto la puntata si e' trasformata in una sorta di accusa verso il mondo del porno...
alcune frasi sono state "se ti piacciono le attrici "scolarette" hai di sicuro un problema"--"se ti piace la violenza nel sesso di sicuro sei malato,sei un problema per la societa'"--etc etc.....+
MAAHHHH

AV ha detto...

ahia, allora mi avevano detto bene...diciamo che magari uno un problema potrebbe pure avercelo, chi lo sa, ma non è certo il porno a creartelo o ad espandertelo il problema...

Anonimo ha detto...

beh si
un problema puo' pure averlo.Ma con o senza porno.
Secondo me c'e piu "malattia" e ambiguita' nella paranoia della deviazione.Improvvismente tutti pervertiti,tutti pedofili.Mah io non credo.una volta la sessualita' era piu sorridente mi pare.

AV ha detto...

è cambiata la percezione che abbiamo della sessualità, la gente crede che la pornografia ispiri un qualche sadico o stupratore nella commissione dei suoi delitti, vecchia teorizzazione del femminismo radicale alla Dworkin/MacKinnon ma non si accorge che in realtà è la società stessa a mutare la percezione attraverso la grancassa mediatica; il fatto che su myspace uno possa mettersi come status sessuale quello di essere BSX o GAY senza aver mai avuto magari il coraggio di dirlo dal vivo ai genitori è frutto della alterazione dei rapporti, della stringente accelerazione determinata dai nuovi mezzi comunicativi che azzerano distanze e passaggi intermedi. Ne discutevo proprio prima con Hannabi, la mia amica fotografa; non è il porno ad influenzare la società, ma la società ad influenzare il porno. Le ragazzine gotiche che a sedici anni credono sia bello baciarsi tra loro in una effimera riproduzione di lesbismo artefatto ad uso maschile non riproducono una porzione di porno, ma rispondono al medesimo principio posto a fondamento dalla società a molti film hard...

Anonimo ha detto...

"non è il porno ad influenzare la società, ma la società ad influenzare il porno."

Chiaro.Questo poi non riguarda solo il porno.
Spesso sento dire "la TV ormai sta rimbecillendo la gente" e cose simili,dimenticando che la Tv e' un mercato che risponde ad una domanda.E cosi via...

AV ha detto...

però in realtà la televisione ha un potere diverso, è un medium più pervasivo spesso permeato di velleità pseudo-culturali; lì il medium può diventare il messaggio, per parlare in termini mcluhaniani. Il porno è solo un genere, un ramo non particolarmente influente perchè circola ed è conosciuto e visto ma presenta delle dinamiche poco influenti, strutturalmente dimidiate

Anonimo ha detto...

La TV ha il potere di arrivare alla gente,in maniera totale. questo si.
Pero' sta tendenza ad accusare la TV di molti malanni sociali,io l'ho sempre vista come un alibi,per mascherare invece le vere mancanze,che sono state quelle delle istituzioni culturali,incapaci di dare mezzi e strumenti alla gente,utili ad una analisi della realta' del tutto autonoma.Magari mi sbaglio.

AV ha detto...

il problema di fondo è che la TV è ormai una istituzione a tutti gli effetti, attraverso la TV acquisti la tua credibilità, il tuo peso sociale; non a caso stiamo parlando ormai di processi celebrati a mezzo TV, con categorie un tempo abbastanza defilate, come i magistrati o gli avvocati, sempre più avvinti dalla necessità di apparire sullo schermo televisivo a pontificare. Pasolini diceva che la TV ha una sua struttura in grado di rendere volgare qualsiasi cosa, forse esagerava facendone addirittura problema strutturale, ma quel che è certo è che essa rappresenta un ottimo strumento di livellamento e di controllo sociale; gli effetti che ingenera sono uguali a tutte le latitudini e longitudini, ovviamente è un mezzo, viene usato e quindi servendo scopi turpi diventa turpe essa stessa. Ma ad un certo punto è come se si fosse affrancata dagli scopi perseguiti dagli umani e fosse divenuta autonomamente senziente, questo è un punto (la personalizzazione dell'impersonale) su cui mi sono fermato a riflettere più volte leggendo e studiando le dinamiche post-fordiste. In Italia abbiamo ad esempio una legge, il d. lgs. 231/2001, che disciplina la responsabilità penale della società commerciale; non attua una finzione di diritto, ma considera la persona giuridica proprio persona fisica, con una sua volontà autonoma. Credo che per la TV ormai sia lo stesso, va avanti da sola, come una persona con una sua volontà e dei suoi scopi