martedì 29 maggio 2007

500 Person Sex








250 uomini e le 250 donne si sono esibiti all’interno di un capannone, contribuendo alla creazione di un film erotico da Guinnes dei Primati." 500 Person Sex" è stato realizzato da Soft On Demand, azienda giapponese specializzata nella creazione di video vietati ai minori.
La performance comprende sia i preliminari sia l'atto completo: quindi, contemporaneamente sincronizzati, gli attori si sono esibiti dando il meglio in carezze, abbracci, sesso orale, ed accoppiamento.
Il video è disponibile sul sito dell’azienda sia in formato Windows Media Video, sia in formato DivX.
La rigida censura giapponese ha imposto ai giovani autori dei film hard del Paese del Sol Levante di sbizzarrirsi in creatività: il sesso in 500 è solo l'ultima delle loro fantasie. Ci avevano già provato con lezioni d'anatomia maschile per 100 ragazze, gare d'atletica con concorrenti completamente nudi e telecamere nascoste un po' ovunque.

lunedì 21 maggio 2007

Democrazia calibro 22


"Potete immaginare un richiamo morale piu' alto del fatto di cancellare i sogni di qualcuno con un proiettile ?"
Jim Goad - ANSWER ME 2
Chi riesce ad ammazzare 32 studenti e a ferirne svariate decine di altri utilizzando due sole pistole non puo' certo essere un imbecille.
Troppo facile, troppo semplicistico, troppo consolatorio liquidare il massacro scientifico, lucidamente pianificato e scientemente messo in atto, sotto la voce "follia" o seppellirlo sotto tonnellate di banale logorrea sociologica, far credere al pubblico bovino che l'esecutore materiale della strage era solo un povero demente, frutto miscelato di frustrazione, insipienza, isolamento e deprivazione emotiva; perche' in fondo se il coreano omicida non era altro, come dite tutti voi tra un cambio di canale e una contrita lacrimuccia, che un povero invertebrato dedito a scritture oscene e molestia piu' o meno reiterata di compagne di corso allora che cosa saranno mai stati quei 32 studenti crivellati dal fuoco ?
Qualcosa di ancora peggiore.
Perche' e' accettabile, nella mitologia post-moderna, morire durante un violento scontro a fuoco in battaglia, e' accettabile morire divorati tra le fiamme mentre si tenta di domare un incendio, e' accettabile morire schiantandosi dentro un aereo dirottato, ma non e' accettabile morire nella quotidianita' scolastica per mano di un fallito.
Ma e' difficile, per non dire impossibile, in queste ore di struggente angoscia e veglie a base di candele e tramonti virginiani, mettersi ad analizzare criticamente la vita delle vittime, stabilire con un certo grado di verosimiglianza se davvero erano tanto piu' socialmente inserite ed accettate del loro carnefice, se le loro vite erano ricche di successo, denaro, rapporti sessuali o relazioni interpersonali asportate di peso da serial televisivi come THE OC o Dawson's Creek o se invece non si trattava che di patetici, insignificanti, grigi nerd le cui sciatte e desolate esistenze scorrevano tragicamente simili a quella del coreano solitario.
Adesso ci si stringe tutti attorno al caldo fuoco della retorica, si blandiscono i superstiti feriti, si intervistano gli incidentali conoscenti dell'assassino, ben sapendo che un simile mostro non poteva certo fregiarsi di amici ne' tantomeno di ragazze, si deificano comportamenti individuali e si fanno nascere eroi, come quel professore ebreo scampato decenni fa al gas nazista nella solennemente oscena cornice di Dachau giusto per finire poi come un poveretto qualunque con un proiettile in pieno petto a Blacksburg, Virginia.
Il gioco valeva davvero la candela, professore?
Se fosse morto nel 1944 adesso avrebbe un cippo marmoreo, un posto d'onore nella Storia e il dolore universale di tutto il mondo civile, mentre ora, ora che e' morto durante una routinaria giornata di insegnamento in una localita' insulsa come Blacksburg, si e' guadagnato al massimo una serata speciale all'Oprah Winfrey Show.
Il confronto non regge.
Da un lato milioni di morti vittime di un ingranaggio storico perfetto e sinistramente organizzato, su cui gronda ancora oggi un fiume oscuro di esecrazione, risarcimenti e istituzionalizzate Giornate della Memoria, dall'altro la mera prospettiva di essere ricordato come vittima di un poveraccio fallito e frustrato.
Naturalmente, per questi primi tempi lei sara' un eroe. Come tutti gli altri deceduti.
Le vittime devono essere compiante. E santificate. Almeno fino a quando i rigidi meccanismi dell'audience lo impongono.
I parenti, e tutti i supersiti, coccolati, vezzeggiati, amati, fatti sentire sicuri. Come se ogni casa americana fosse la loro accogliente casetta. Come se ogni tacchino fumante da Giorno del Ringraziamento fosse stato cucinato per loro. Come se ogni torta di mele fosse stata sfornata per loro. Come se i soldati al fronte combattessero proprio per loro.
Proteggere e servire, d'altronde. Svetta come un funereo motto ironico su tutte le macchine della polizia, svetta come un paradigma esistenziale nel cervello del Presidente Bush che della sicurezza, interna ed esterna, ha fatto la ratio decidendi della sua amministrazione e nel cui nome ha bombardato, invaso, scannato paesi stranieri la cui lontana morfologia diversi americani ignorano.
Dimenticate la sicurezza nelle scuole, il controllo sulle armi e la NRA, il cadavere putrefatto di Charlton Heston e i documentari di Michael Moore, dimenticate Marilyn Manson, Der Spiegel e Boyd Rice, i messaggi subliminali e le presunte nefaste influenze esercitate dal metal e dall'industrial sulle menti di giovani resi gia' abbondantemente permeabili a qualunque idiozia da una rigida dieta di cultura consumistica, dimenticate la Trench Coat Mafia e lo spicciolo sentimentalismo dei tabloid popolari, dimenticate Geraldo Rivera, Oprah Winfrey e David Letterman. Se guardate sotto il tappeto, sotto la coltre scandalosamente buia di sovrastrutture psicologiche, sociologiche e decostruzioni da talk show, vedrete l'immaginario punto di fusione tra realta' e finzione, il punto in cui gioco di ruolo, eroismo, gossip, reality show, idiozia congenita e americanizzazione dell'esistenza assumono la consistenza innegabile di quello stile di vita che, assieme a flessibilita' nel mercato del lavoro e sistema elettorale, tanti imbecilli qui in Europa vorrebbero prendere a modello.
Il coreano ha fatto meglio di Charles Whitman e di James Huberty. Da solo e' stato addirittura in grado di raddoppiare il punteggio dei due tizi nerovestiti di Columbine; qui non ci sono piu' strutture intellettuali di comodo, poetesse riesumate dalla fogna in cui erano precipitate per essere frettolosamente insignite del titolo di "opinioniste" e insegnanti preoccupati per il tono violento degli scritti dell'assassino e sociologi dell'ultima ora che ci spiegheranno come la nostra societa' banalizza, reifica, mercifica persino i sentimenti, qui ci sono solo decine di proiettili sparati in sequenza veloce, meticolosa e scientificamente rigorosa, proiettili che hanno spaccato crani, cuori, stomaci, intestini, aperto petti e deflorato cavita' socialmente rispettabili di tanti bravi futuri dirigenti della Nazione America.
Certamente poi ci sono i video, le pose da giustiziere, le foto, i documenti, minestrone tra Taxi Driver e I Guerrieri della Notte ad uso quasi esclusivo dei giornalisti e dei tanti sciacalli dell'informazione, un brodo dentro cui possono germogliare tutte le interpretazioni, quelle fantasiose, quelle ponderate, quelle totalmente destituite di fondamento, e quelle, immancabili, belle e pronte per finire poi ad adornare qualche istant book di successo, dentro cui parole d'ordine consumate dalla coazione a ripetere verranno riesumate e servite su di un piatto d'argento; giovani senza valori ! L'amore e' morto, serve amore ! Carenza di affetto ! Basta con le armi facili ! Questo non e' il momento delle polemiche politiche !
Le casalinghe, smessi i fazzoletti , faranno la fila per acquistare i libri che promettono tutti i piu' morbosi particolari della vita di quello che gia' molti classificano come uno sfigato, un meschino, qualcosa di ancora piu' infimo di un nerd, e ci si masturberanno gioiosamente la sera dopo una lunga, insignificante giornata di acquisti al supermercato.
Un qualche criminologo, verosimilmente quello che ha curato il libro comprato, le rassicurera' che il loro interesse non e' morboso, perche' loro, povere massaie, sono solo animate da una sana volonta' di conoscenza. L'unico mostro in tutta questa dolorosa vicenda e' l'assassino, il nerd.
Ma un nerd che ha seminato una scia di morte, sangue e gloria come non se ne vedevano dai tempi dell'11 Settembre o di Oklahoma City o , per andare ancora piu' indietro nel tempo , delle epopee del West, quando la pistola era l'unico metodo per risolvere i conflitti e la sociologia non ci aveva ancora fatto credere che solo New Age e reality show sarebbero stati in grado di salvare le nostre anime.
Ma io voglio che voi tutti, sociologi criminologi psicologici opinionisti tv scampati professori eroi politicanti scrittori musicisti dal cuore d'oro brava gente timorata di Dio, sappiate che nel mattatoio di Blacksburg scintilla trionfale il nome dell'assassino, mentre le vittime sono solo un numero utile per segnare il record in questa Olimpiade degli psicopatici.
E che l'unica domanda che adesso possa avere un senso e': chi sara' in grado di fare meglio?

True Crime




Se il buon Robert Ressler avesse avuto la brillante idea di apporre un copyright al termine serial killer da lui stesso coniato anni e anni fa adesso sarebbe assai probabilmente piu’ ricco di Zio Paperone.
Di acqua sotto i ponti ne e’ passata da quando il solerte agente FBI brevetto’ (ma solo teoricamente e ideologicamente) il concetto di assassinio seriale come quella particolare tipologia di delitto che viene messa in atto a fini di sublimazione sessuale, reiterata nel tempo, caratterizzata da costante pianificazione e da numero di vittime superiore alle tre unità: ormai le librerie, le sale cinematografiche e le fumetterie traboccano di esemplari piu’ o meno fittizi di serial killer delle cui azioni ogni casalinga e teenager vogliono essere edotti.
I corsi universitari si plasmano sotto le esigenze televisive e cosi’ una materia come la Criminologia, fino a poco tempo fa devoluta alla conoscenza del crimine in senso istituzionale e dell’anomia (tanto per usare l’espressione durkheimiana), diventa parodia accademica di telefilm come CSI.
Approda su suolo italico il true crime e tutte le massaie timorate di Dio si sintonizzano sull’ennesima puntata del Delitto di Cogne o sul massacro del piccolo Tommy, salvaguardate nella loro apparente morbosita’ da un imperativo interiore di conoscenza che ogni criminologo esaltato dalla partecipazione ai talk show azzimera’ e santifichera’ per poter continuare a brillare sotto la luce dei riflettori.
Il delitto seriale viene venduto attraverso dinamiche pornografiche.
Descrizioni vivide e iper-dettagliate di torture, di violenze sessuali, di sangue, di ferite, di dolore, a cui segue l’immancabile strazio dei parenti e dichiarazioni stralunate del killer arrestato, secondo un copione gia’ visto.
John Douglas e’ partito combattendo i vari Ed Kemper e Ted Bundy e adesso si ritrova a vendere tshirt col suo nome sopra.
Andrew Vacchs e le sue lacrime universali contro la pedofilia internazionale sono diventate un codice ISBN da esibire alle casse Walmarts (e qualche centinaio di pagine di un noir trito e ritrito).
Il genio assoluto di Peter Kurten e’ diventato chiacchiera da bar o da coda condivisa alle Poste.
Dopo la morte di Dahmer in carcere, vennero pubblicati decine e decine di testi, biografie a fumetti, persino i compagni di scuola (dalle elementari al liceo) si sentirono legittimati a svolgere l’opera di lautamente pagati commentatori , esibendosi in ogni talk show che fosse a loro disposizione.
Le dichiarazioni di Ted Bundy vennero raccolte dal suo avvocato, la quale poi ovviamente non trovo’ di meglio che pubblicarle in un libro, DEFENDING THE DEVIL, che sarebbe diventato matrice culturale di ogni altro studio sull’affascinante Ted (a partire da quel UN ESTRANEO AL MIO FIANCO di Ann Rule, che ovviamente e’ sbarcato anche qui a pizza-land).
Su Jack lo Squartatore ho praticamente perso il conto, per non parlare di quello che tecnicamente non e’ mai stato un killer ma che esigenze politiche e commerciali hanno fatto diventare il Guru dei Killer, mi riferisco ovviamente a Charles Manson ( la letteratura su di lui fa veramente capitolo a se’, da HELTER SKELTER di Bugliosi fino a MANSON SUPERSTAR di Schrek, passando per THE FAMILY di Sanders ) , e poi giu’ giu’ fino al Green River Killer, Zodiac, Larry Eyler, John Wayne Gacy, Arthur Shawcross.
Gruppi musicali ne cantano le gesta (dai sublimi Whitehouse ai ridicoli Macabre, ne trovate per tutti i gusti) , stampatori di tshirt si arricchiscono spiaccicando il faccione di qualche deviato in bella mostra, criminologi o presunti tali si sbizzarriscono a cavare fuori dai recessi della psiche le motivazioni sottese a questi delitti.
Una qualunque libreria italiana trasuda di libri che recano in copertina la dicitura SERIAL KILLER; cosi’ a memoria, SERIAL KILLER del duo Picozzi/Lucarelli (mondadori), SERIAL KILLER di Fornari (CSE), una intera sequela sotto imprinting Newton Compton (IL LIBRO NERO DEI SERIAL KILLER, IL DIZIONARIO DEI SERIAL KILLER, SERIAL KILLER ITALIANI).
Oppure, promesse pornografiche di massacro e umiliazione e sadismo senza precedenti; chi si ricorda i LIBRI NERI ? C’era nel loro catalogo LA VITTIMA PERFETTA (che in copertina prometteva "UNA TERRIFICANTE STORIA DI UMILIAZIONE E SADISMO"), UCCIDERE PER COMPAGNIA (lo studio assai celebrato di Brian Masters su Dennis Nilsen), CONFESSIONI DI UN SERIAL KILLER ( di Mike Cox, su quel cazzaro di Henry Lee Lucas, che a sua volta si rese responsabile di aver ispirato tutta una sequenza di Film, da HENRY fino all’omonimo CONFESSIONI DI UN SERIAL KILLER).
La collana Mondadori da edicola TRUE CRIME, coordinata da Picozzi, ci sollazza con VAMPIRI ( traduzione italiana di TRUE VAMPIRES, di Sondra London, edito da Feral House e nella versione americana contenente illustrazioni di Nico Claux, qui sforbiciate), PATTO ESTREMO (su Armin Meiwes, il cannibale erotico tedesco), IL MOSTRO DI MARCINELLE, ANATOMIA DELLA MENTE ASSASSINA, ZODIAC KILLER (da cui David Fincher ha ricavato la sceneggiatura del suo film su Zodiac ) e altri.
Nel mondo anglosassone, vanno per la maggiore anche i cataloghi artistici o i libri che presentano manufatti o creazioni realizzate da serial killer; LUSTMORD (Bloat Books), KNOCKIN ON JOE (nemesis), PRISON’s INSIDE ART (aspect), la cui unica coerente risposta italica e’ stato KILLER ART della Mondo Bizzarro Gallery .
Il serial killer, piu’ che il demone o il nuovo mostro chiamato a soppiantare nell’immaginario collettivo vampiri e licantropi, e’ diventato la sfera di trasgressione socialmente accettabile che il potere concede ai suoi sudditi.
La reiterazione dello status quo, nascosta dietro i sillogismi e i panlogismi della scienza universitaria. Regole del mercato di massa e dell’imperialismo editoriale. Interessarsi del killer e’ ritenuta cosa giusta e buona fino a che si dice, quasi fosse un matra liberatorio, che lo si fa unicamente per comprendere, per capire, per sapere che cosa frulla in testa ad un pazzoide. Si erigono steccati per separare la comunita’ dei probi cittadini dai pazzoidi che vanno in giro a violentare e massacrare.
Purtuttavia, se finiamo a parlare di impulsi erotici, di passioni, di autorealizzazione, dovremmo ammettere che il serial killer e’ un uomo coerente e realizzato che ha posto in essere un processo di razionalizzazione al termine del quale ha avuto il coraggio e l’onesta’ di fare cio’che voleva fare senza doversi nascondere dietro un dito; il che non significa che tutti gli esseri umani desiderino uccidere (anche se da Freud e Jung , soprattutto dal primo, arrivano risposte in questo senso), significa solo che tutti gli imbecilli che condannano la pornografia e poi acquistano video porno, gli idioti che condannano la violenza e poi la esercitano, e altri simili esempi di becera ipocrisia, sono ancora piu’ disgustosi dei serial killer.
Significa anche che ogni individuo dovrebbe saper ascoltare il proprio imperativo interiore senza piegarsi all’omologazione culturale ( la quale produce, praticamente e metafisicamente, molte piu’ vittime di quante non ne facciano i serial killer).
In Italia poi sta prendendo corpo l’approccio case-studies, ovvero spingere sull’acceleratore della morbosita’ e relegare gli aspetti istituzionali in secondo piano, con buona pace di Lombroso, Ferri, Garofalo, Carrara e del positivismo giuridico.La cosa piu’ ridicola e’ che nonostante l’aspetto morboso e pornografico sia piu’ che palese, tentare solo di farlo notare equivarra’ a scomunica eseguita a mezzo stampa o ad ostracismo accademico. Ho conosciuto e frequentato troppi criminologi per poter coltivare ancora soverchie illusioni.
Alla fin fine, per quanto non potranno ne’ vorranno ammetterlo, la materia dei loro studi e’ diventata materiale per masturbazione collettiva.

Violentati dal Diavolo - Una McMartin italiana ?




AVVERTENZA / ADDENDUM ; il seguente post è stato pubblicato il 26 Aprile sul mio blog myspace. Preciso la data non perchè rivesta una importanza storica, ma solo per precisione cronologica; in questo mese sono accadute diverse cose di varia rilevanza, l'aumento della morbosità mass-mediatica è cresciuta esponenzialmente, gli arrestati sono stati scarcerati dal Riesame, le indagini continuano ma a fasi alterne, molte "certezze" si sono sgretolate, alcune osservazioni da me svolte nell'articolo sembrano aver trovato drammatica conferma...


Per quanto ci si impegni sinceramente (e da tempo colgo i segni tangibili del crescente impegno) , noi Italiani non possiamo competere con i sommi maestri americani; e' anche una questione meramente terminologica e simbolica, loro hanno Santa Cruz, San Francisco, il deserto del Mojave, la Death Valley e lo Spahn Ranch, noi Ostia Lido, Ferrazzano, la Bassa Padana e, da ultimo, Rignano Flaminio. Come confronto topografico tra luoghi del Delitto e della sublimazione della sessualita' in impulso omicida non ci siamo per niente.
E ben piu' grave, loro creano modelli e stili che noi ci sentiamo obbligati a copiare. Anche nella cronaca nera. Soprattutto nella cronaca nera.
La Terra Patria di Lucrezia Borgia, Ezzelino da Romano, Caligola si china in ginocchio, timida e vergognosa come una bambinella delle elementari, e chiede al colosso statunitense il permesso di poter dare corpo anche da noi a diffuse paranoie e panici sociali, generalmente destituiti di fondamento ma che fanno sempre crescere il venduto dei giornali (e l'audience dei talk show).
Adesso arriva la notizia che in un asilo di Rignano Flaminio, paesino alle porte di Roma, una gang pedo-satanica avrebbe narcotizzato, abusato, torturato, stuprato e videoripreso (come da recente tradizione criminale ) un numero ancora non definibile di ragazzini e di ragazzine, tutti di eta' compresa tra i 3 ed i 5 anni.
Giovera' ricordare che nel 1983, in una amena localita' californiana, Manhattan Beach, 360 bambini accusarono gli educatori della prestigiosa scuola McMartin di averli resi vittime di atroci riti satanici, di averli drogati, costretti a rapporti con animali, ripresi con telecamere (veri precursori…), storditi, picchiati, scopati in ogni orifizio. L'America attonita ed inorridita, soprattutto la California che veniva dalla lunga stagione di cultura hippie virata al nero della Family di Manson, serial killer in libera uscita (Kemper, Bittaker, Chase), paranoie sataniche e cospirazionistiche, Esercito Simbionese di Liberazione fino a Mel Lyman e le filiazioni californiane del The Process di Robert Grimston, attraverso la cinematografia di Kenneth Anger, la musica dell'Orkustra di Bobby Beausoleil, furgoni neri e mai provati snuff movies, decise che era ora di porre un argine al dilagare del fenomeno e di andarci giu' pesante.
L'America che si interrogava sulle escatologiche profezie di fine ultima, che parlava dell'Unione Sovietica come dell'Impero del Male, il cui Presidente promuoveva accurate indagini sulla pornografia vista come crimine in assoluto (la Commissione Meese) e si faceva coadiuvare da predicatori fondamentalisti come Pat Robertson e Jerry Faldwell ("Jerry, certe volte sento nitidamente che stiamo andando verso Armageddon" confido' una volta l'ex attore Reagan al suo ministro di culto), aveva gia' maldigerito che Manson avesse scampato la camera a gas; il lassismo liberal, il delirio hippie, stavano li' a testimoniare non tanto la corruzione del sistema giudiziario quanto la corruzione tout court del mondo.
In questo clima, si inserisce perfettamente il caso della scuola materna McMartin; dapprima le voci di molestie subite dai ragazzini sono solamente dicerie di corridoio, cattivi pensieri sussurrati all'orecchio del vicino di casa, qualche genitore piu' ansioso ritira il figlio dall'istituto , ma per alcuni giorni il bubbone rimane inesploso. Poi pero' accade l'irreparabile, e dalla prima denuncia ne nasce una reazione a catena di proporzioni inaudite che porterà ben 360 famiglie a denunciare abusi e molestie subite dai loro pargoletti da parte degli educatori (tra cui la direttrice, donna di 76 anni ridotta su sedia a rotelle). Sulle prime, l'opinione pubblica indottrinata da libri campioni della paranoia satanica come MICHELLE REMEMBERS (in cui la Michelle del titolo narra con dovizia di particolari al suo psichiatra i trattamenti raccapriccianti a cui sarebbe stata sottoposta durante la sua tragica infanzia, spesa tra una setta satanica e l'altra…salvo poi scoprire anni dopo che il libro non era altro che una fandonia clamorosa) era ben disposta a bersi le inesauste descrizioni di bambini chiusi in gabbie da circo, molestati, violentati, filmati, costretti a partecipare a snuff movies e ad abominevoli atti sessuali con animali; il grado di raccapriccio e di disgusto coinvolse ben presto tutto il suolo degli USA, e la McMartin divenne un paradigma di perversione morale difficilmente eguagliabile. In questo crescente delirio di persecuzione, e di morbosa sessualità pedofila, non mancò lo stravolgimento usuale della personalità dei protagonisti; così la direttrice, da donna minorata e anziana a cui generalmente la societa' moderna non riserva che compassione e buoni sentimenti, venne trasformata nella consueta vecchia viziosa, organizzatrice e mente ideologica dello scempio, a cui proprio la minorazione fisica avrebbe conciliato queste voglie proibite.
Per non farsi mancare nulla, i bambini in poco tempo iniziarono a parlare anche di viziosi riti di sangue, innegabilmente satanici. Oggettivamente, sarebbero potuti mancare?
L'assunto di base da cui partivano i genitori denuncianti, i giornali colpevolisti e ben presto pure le autorita' inquirenti si fondava sui racconti dei ragazzini, tutti perfettamente uguali nonostante fossero stati acquisiti agli atti in audizioni separate. I dettagli, i particolari, le descrizioni accurate sembravano non lasciar campo a dubbi, ed il circo mediatico appena arrivato in città inizio' a fregarsi le mani ben bene pregustando torridi sviluppi.
In realta' gli sviluppi, clamorosi, si susseguirono ininterrotti per 13 interminabili anni, fino a quando nel 1996 i giudici posero la parola fine alla vicenda, prosciogliendo dalle accuse tutti gli insegnanti e lanciando un duro monito ad accusatori, psicologi e genitori parti in causa, i quali coi loro comportamenti, ansie, paranoie, iper-emozionalismo e in alcuni casi manie di protagonismo non avevano fatto altro che conciliare racconti sempre piu' stravaganti da parte dei bambini. In effetti la piega della stravaganza venne imboccata quasi subito, quando alcuni dei tesorucci coinvolti, in perfetto cortocircuito mediatico, accusarono non ben precisati individui di averli condotti sul luogo delle messe nere a bordo di vetture convenientemente oscurate e dipinte di nero, come Christine la Macchina Infernale, e qualcuno addirittura si spinse a riconoscere come supremo officiante del culto satanico l'attore Chuck Norris. Non solo, ma quando si intavolo' il discorso delle morbose pratiche sessuali con animali si scopri' che i bambini sarebbero stati fatti accoppiare con leoni e gorilla…
A questo punto la faccenda si era traslata da dramma a barzelletta, nonostante tutti gli educatori coinvolti fossero stati ampiamente rovinati e costretti in molti casi a lasciare la California o addirittura a cambiare identita', per celare l'ignominia a cui erano stati sottoposti. D'altronde, quando si viene accusati di pedofilia non c'e' proscioglimento che tenga (per quanto la sua formula possa essere piena); la gente continuera' a sussurrare, a vociferare, a sparlare, a convincersi che si e' stati assolti soltanto per un cavillo o per corruzione o perche' si aveva l'avvocato potente.
Rignano Flaminio non e' Manhattan Beach, e il Lazio non e' la California. Eppure il tragico bubbone di pus, sperma, sangue e riti satanici e' scoppiato lo stesso e a velocita' impressionante. Dapprima c'erano state voci non conformate, mesi fa, una ispezione ministeriale e la costituzione di una associazione decisa a fare luce sulle molestie, ma il fatto aveva stentato a decollare sommerso probabilmente da altra cronaca piu' appetibile; poi qualcosa ha iniziato ad insinuarsi nella coscienza collettiva, dai trafiletti di notizie locali si e' passati alle doppie o addirittura triple colonne e alla rilevanza nazionale di prime pagine e show tv.
Ora apprendiamo che i componenti dell'associazione anti-abusi di Rignano sono stati vessati, le loro auto rigate, le loro mosse seguite e loro stessi pedinati, che il sindaco, interpellato a suo tempo affinche' facesse qualcosa di concreto, si e' dimostrato colpevolmente reticente, il parroco , alle cui dipendenze erano due maestre-catechiste coinvolte, decisamente astioso, la preside dell'Istituto arcigna e scontrosa. Veniamo a sapere che la scuola si era trasformata in un bunker semi-sadiano, a meta' tra il Castello di Silling e Dachau, a cui i genitori non avevano accesso, e che i bambini erano violentati, narcotizzati, filmati, sottoposti ad angherie, pratiche innominabili e a riti di sangue ancora una volta assolutamente satanici.
L'elemento cardine sono i racconti tutti uguali dei ragazzini di eta' compresa tra i 3 ed i 5 anni; se non avessero davvero visto o subito atrocita' del genere, ci si chiede, come potrebbero descrivere con questa vivida precisione i dettagli ed i particolari ? Particolari d'altronde che sembrerebbero combaciare perfettamente tra racconto e racconto, incastrando i debosciati educatori ed inchiodandoli alle loro responsabilita'…
In realta', come la McMartin insegna, il concetto di uguaglianza ed omogeneita' dei resoconti e' molto piu' spesso frutto del sensazionalismo giornalistico che non una verita' inconfutabile, perche' ieri come oggi ogni ragazzino ha fornito i suoi particolari e le sue verita'(che in molti casi vista la piccolissima eta' devono essere interpretati) dando ogni volta uno spunto a cui gli altri finivano poi per accodarsi (foraggiati molto spesso dai genitori; d'altronde l'apprensione dei genitori in alcuni casi genera mostri). Quella dei riti di sangue ad esempio e' una storia emersa solo ora, patrocinata da una parte limitata dei bambini (se non addirittura uno solo) e gia' assurta nell'immaginario collettivo a comportamento standard dei carnefici ; per cui la congrega di pedofili-insegnanti da semplice associazione di pervertiti e' divenuta una accolita di pedo-adoratori di Satana, tutti avvinti dalla preoccupazione di violentare, riprendere in video (attivita' ormai irrinunciabile di qualunque criminale, a quanto pare…) e celebrare degnamente la gloria del Capro dei Boschi.
Altrettanto curiosamente, i fatti di Rignano Flaminio sembrano riprendere consistenza ogni volta che la televisione affronta lo scottante argomento della pedofilia; di pochi giorni precedente questo nuovo exploit uno special del programma LIVE, in onda su Italia Uno in seconda serata. Tra le varie storie di pedofilia e abusi, una in particolare presentava tutti i tratti caratteristici poi rinvenuti nella vicenda di Rignano; suore e preti, adorazione del Diavolo, riprese video, macabri e sessualmente espliciti disegni realizzati dai bambini vittime, genitori straziati inquadrati di schiena e pronti a confessare candidamente, la voce rotta pero' dal pianto e dall'emozione, tutti i particolari delle sevizie inflitte ai loro cucciolotti.
"Mi violentava il diavolo".
"Quello e' l'uomo nero".
"La Suora ha toccato la mia patatina".
Non a caso il TG di Italia Uno ha preso atto di questa coincidenza e invece di farsi venire il minimo dubbio ne ha generato un compiaciuto e autoreferenziale servizio che trasudava il classico "noi ve l'avevamo detto", vero trionfo del cortocircuito mediatico che prescinde dal rigoroso accertamento dei fatti e che preferisce invece giocare coi sentimenti e le paure sociali. Tra l'altro anche nella vicenda mostrata da LIVE, eravamo ancora in piena fase istruttoria e quindi di tutto si poteva parlare fuorche' di fatti acclarati…
Apprendiamo poi, immergendoci in un clima cospirazionistico degno di migliori cause, che i bambini sarebbero stati tradotti dalla scuola ad una casa privata, teatro degli innominabili festini, attraverso un lungo tunnel. Giova ricordare che negli USA la rivista di complotti PARANOIA fece ripetutamente circolare la voce secondo cui la scuola McMartin sarebbe stata dotata di tunnel sotterranei grazie ai quali, guarda un po', i bambini sarebbero stati fatti passare durante le deportazioni pedosataniche.
Anche il "cast" dei pedofili e' piuttosto eterogeneo, e presenta TUTTE le figure archetipiche della pedofilia mediatica; le insegnanti, le catechiste, l'immigrato (un cingalese satanista?) e dulcis in fundo l'autore tv (che sublima la figura dell'intellettuale perverso). Quest'ultimo, per aggiungere orrore ed oltraggio, e' stato qualificato come autore di programmi per ragazzi (e allora giu' a disgusto, immaginandosi il tizio che tra redazione di un dialogo dei Teletubbies e uno della Melevisione si fotte qualche bimbo, magari per trovare meglio l'ispirazione) quando poi in realta' si tratta di uno degli autori di Buona Domenica che definire programma per ragazzi o per bambini mi sembra quantomeno arduo.
Con a latere le complicita' o la semplice (comunque colpevole) inerzia di parroco e sindaco e l'omerta' provinciale degli abitanti del piccolo centro, rei addirittura di non voler rilasciare interviste alle troupe intervenute.
Gli ingredienti per un remake di NON SI SEVIZIA UN PAPERINO ci sono tutti.
Ma facezie a parte le due vicende, Rignano e McMartin, sembrano davvero interscambiabili, i particolari e gli avvenimenti, veri o presunti, identici, il delirio assoluto. Se omettessimo nomi o dettagli geografici, sfido chiunque a poter distinguere.
Non e' facile stabilire la verita' dei fatti. Acclarare se abusi ci sono effettivamente stati, e in caso affermativo in quale misura e proporzione e chi li ha davvero perpetrati delineando cosi' l'autentico quadro fattuale dell'intera vicenda, o se invece si tratta di una allucinazione collettiva.
Certamente il clima in cui le indagini si muovono non aiuta la chiarezza; con associazioni antipedofile, o presunte tali, a soffiare sul fuoco (quasi sperassero in cuor loro che gli abusi siano del tutto veri, almeno cosi' potrebbero legittimare la loro esistenza e le richieste di fondi…), genitori isterizzati, giornalisti a pasturare nella morbosita', politici a dare il loro immancabile contributo di demagogica confusione (al vaglio nuove restrizioni all'utilizzo di internet; la domanda e' una sola, ma che cavolo c'entra?), i protagonisti in negativo sono gia' stati ampiamente crocefissi; anche se venissero prosciolti, assolti, beatificati ex post come risarcimento per le offese e lo sputtanamento subiti , quale genitore si fiderebbe di loro ? Nessuno.
Le loro carriere sono distrutte, e le loro stesse esistenze, e quelle dei loro familiari, alterate irrimediabilmente.
E cio' a prescindere da ogni accertamento oggettivo (che dovrebbe consumarsi preferibilmente in una aula giudiziaria e non tra i palinsesti televisivi o tra le righe di qualche quotidiano ).
Per adesso questa storia di tragico ha solo il sapore amaro del deja-vu.

martedì 8 maggio 2007

Oggi è grigio



Marco non è più tra noi.
Nel rispetto della volontà delle persone che gli sono state più vicine, non possiamo fare altro che dargli il nostro commiato, evitando di sottoporre al chiassoso vaglio di precipitosi giudizi etici e di clamorose dispute filosofiche una scelta che esige innanzitutto il nostro composto e raccolto rispetto.
Addio Marco.

lunedì 7 maggio 2007

Il multiculturalismo all'epoca del Porno



" Le immigrate piu' pacifiste hanno deciso di mettere da parte la guerra di civilta' e di convertirsi alla causa del porno. Guarda una tunisina, una marocchina e una pakistana farsi scopare da veri stalloni italiani "

Da "VU TRUMBA' - SERIE SPECIALE LE EXTRACOMUNITARIE"

La verita' e' dove meno te l'aspetti.

Nel caso in questione tra le mani schifose di un grafico porno che, dovendo adempiere al suo dovere merceologico di richiamare l'attenzione del cliente, non ha resistito alla tentazione di legittimare questa serie italiana sotto la santificatrice aura del conflitto di civilta'. Ovvero, uno straniante detournamento del "fate l'amore, non fate la guerra" che l'industria porno ci serve su di un piatto d'argento.Il cliente-acquirente dei film porno scivola come un'ombra furtiva tra le cataste impilate di dvd e riviste, sfuggendo i suoi simili ed evitando se possibile di respirare, tanto per non attirare attenzione sulla sua figura. Nel silenzio monumentale, interrotto solo da rapidi e secchi colpi di tosse o da un inopportuno cellulare che prende a trillare, vedi queste scarne sagome, le loro mani infilate tra le cataste, a spulciare le copertine, a memorizzare i titoli, il genere, le umiliazioni proposte, il prezzo, l'identita' delle attrici...difficile in questo carnaio della perversione essere in grado di dare un tocco di unicita' al proprio prodotto, molto difficile per non dire impossibile che il segaiolo classico si appassioni alle teorie di Samuel HUNGTINTON declinate in salsa spermatica o che riesca a vedere in questi film una sublimazione situazionista della condizione degli immigrati, ma state tranquilli; il solerte pubblicitario pornomane ne ha anche per questi reietti e infatti aggiunge la clausola "Puro amatoriale", come a voler certificare quella che e' la ricerca ossessiva della verita', per queste nuove generazioni di pervertiti che rifuggono la serializzazione e le starlette abbombate dal silicone.Il titolo e' quello che e', si inserisce in una tradizione porno che non condivido, che confina con il trash e che svilisce la serieta' della tematica, umorismo grossolano di infimo ordine. Il video pero' e' buono, soprattutto la tunisina occhialuta dimostra delle notevoli doti alle prese con una doppietta infuocata.

Allah akbar...

Fenomenologia della Patata






Che l'interattivita' sia il nuovo trend del momento non c'e' dubbio.

Dare a qualunque coglione l'illusione di essere parte dei processi decisionali, siano essi legati al marketing, agli show tv, alla politica, e' una scelta intelligente e profondamente indicatrice dell'humus sociale su cui germoglia la nuova societa' dello spettacolo, in cui altro ben delineato parametro e' l'interscambialita' dei ruoli e la fungibilita' delle opinioni.

I pubblicitari di Amica Chips, la Patatina Croccante, sono degli assoluti precursori; i loro spot sono democraticamente strutturati su una investitura popolare del protagonista, mediante dei referendum ( o delle Primarie, se si preferisce), che uniscono politica, interazione, spettacolo, gossip e merceologia.

Rocco, lui che di Patatine ne ha viste e toccate di tutti i colori, doveva trovare un erede a cui lasciare l'immaginario scettro di testimonial e cosi' i super-creativi che cosa hanno fatto ? Hanno organizzato un contest di votazione in cui ognuno era libero, come in un televoto da reality show, di indicare il suo preferito da scegliersi in una rosa veramente ampia di candidati.

Il risultato va in onda da un paio di giorni. Chi e' l'erede?Omar Monti ! Semplice no ?Per chi non lo sapesse Monti e' uno dei secchioni del programma La Pupa & Il Secchione; ma non un secchione a caso, perche' il tizio, campione italiano di cruciverba, ha piu' volte dichiarato di non essere mai stato baciato e di essere VERGINE (non di segno zodiacale...). Chapeau.

Dopo il super-scopatore da competizione ecco il secchione a rinfocolare l'illusione che chiunque ma proprio chiunque puo' farcela (o farsela...).

In uno scenario kitsch da video rap statunitense, tra allori e fastosi saloni tipo Premiazione degli MTV Awars, circondato da gaudenti ragazze, Monti viene ufficialmente presentato come l'erede di Siffredi. Poi si allontana, sale a bordo di una limousine, con due figazze ai lati e...colpo di scena, si toglie la maschera e sotto il faccione secchionidale ecco apparire Rocco in occhiale da sole !

Mi inchino davanti cotanto genio.

Ho 12 anni, faccio la cubista




































L'intenzione. Cio' che fa la differenza.

Tra un libro-inchiesta che dipani il bandolo della matassa di una vicenda sordida e un libro che titilli le voglie sessuali di qualche depravato metropolitano.

A norma delle recenti appendici legislative antipedofile, che criminalizzano anche la semplice immagine dipinta o disegnata e quindi di pura fantasia, cio' che rende operativo il discrimine e' l'intenzione sottesa alla realizzazione, ovvero se uno crei o scriva per farsi copiose seghe con immagini di ragazzine o ragazzini minorenni. O se invece sia animato da fini genuinamente divulgativi o artistici.

Leggendo HO 12 ANNI, FACCIO LA CUBISTA MI CHIAMANO PRINCIPESSA (Bompiani) il quesito amletico persiste, e non viene sbrogliato dallo stile cut-up che giustappone frammenti di chat, interviste, vita quotidiana e stralci di giornale il tutto accorpato dall'autrice, cronista de Il Messaggero.

Oggetto della narrazione e' lo scandalo che ha animato tempo fa i pomeriggi romani, ovvero quelle discoteche per minorenni in cui cubiste improvvisate e altrettanto minorenni rispetto agli avventori si esibiscono in movenze puttanesche, pochi vestiti addosso, ancora minori inibizioni se e' vero come e' vero che le si vede (nel nutrito carnet fotografico che accompagna la parola scritta) con reggicalze, stivaloni, perizoma.

Eta' di riferimento, 12, 13 anni. Ballano sui cubi, si dimenano , si fanno concupire e immortalare da scatti piu' o meno rubati.

Il libro non vuole esplorare i perche'. Piu' che altro vorrebbe riprendere e proporre uno squarcio delle esistenze di queste ragazzine."Scopo, da quando avevo 13 anni ma non e' nulla di speciale" recita quasi in un mantra una ragazzina. Non si direbbe. Non si direbbe perche' la loro stessa funzione e' quella di celebrare una carnalita' orgiastica, furiosa, a ritmo di house commerciale, avvinghiandosi sudate e sessualmente consapevoli le une alle altre, stimolando gli ormoni in libera uscita dei loro coetanei, invogliandoli a consumare, a ballare, verosimilmente a tornare nel locale.

Tutto ruota attorno ad una dimensione venduta di sesso.Nei singoli frammenti di conversazioni di chat che l'autrice riporta continua questa ossessione sessuale; ogni parola racchiude una metafora, una allusione, un invito. Vite consumate in accelerazione, nell'indifferenza di genitori assenti, con consigli su come eseguire pompini, trucco pesante, relazioni sentimentali devastate.

Ma alla fine del libro, i dubbi rimangono. Perche' e' stato scritto ? E' davvero una inchiesta oggettiva e disincantata o invece cela una pruderie ben piu' carnale ?

E, soprattutto, voi perche' lo comprerete ?

Regolatevi in base alla risposta.